Sonorità magiche e parodie
È così “La finta semplice”

Il musicologo Fertonani illustra le caratteristiche del “dramma giocoso” del Mozart dodicenne. Un tono emotivo e un livello musicale superiori

Perché sarebbe un peccato perdersi “La finta semplice” di Mozart che andrà in scena giovedì e sabato al Teatro Sociale di Como? Ieri pomeriggio, nel tradizionale incontro di preparazione all’opera “Anteprima” offerto alla città da AsLiCo e dall’associazione Amici del Teatro Sociale, il musicologo Cesare Fertonani ha dato molte ricche spiegazioni di ciò che sta attorno al “dramma giocoso” composto a Vienna nel 1768 dal dodicenne Wolfgang: un’opera nata, innanzitutto, per volere dell’imperatore d’Austria ma sotto una luce premonitrice e problematica al tempo stesso.

Secondo Fertonani, docente associato all’Università degli Studi di Milano e critico musicale, “La finta semplice” è innanzitutto il diagramma musicale imprevedibile di un preadolescente che, aderendo profondamente al dettato retorico suggeritogli dal librettoconvenzionale e stereotipato del poeta di corte Marco Coltellini, produce situazioni affettive e drammatiche portano a soluzioni compositive del tutto originali, nella fantasia di Wolfgang dodicenne.

Il pubblico comasco non può non rimanere incantato da queste soluzioni, che danno all’opera un tono emotivo e un interesse di un livello musicale superiore.

A tal proposito, dopo aver presentato le “famiglie” dei personaggi del dramma giocoso mozartiano - Don Cassandro e Don Polidoro, interpretati a Como da Andrea Concetti e Raoul d’Eramo, Rosina e Giacinta (Salome Jicia e Elena Belfiore) fino alla Ninetta di Bianca Tognocchi, Fracasso e Simone (per le voci di Matteo Mezzaro e Gabriele Nani), Fertonani ha indicato a esempio al pubblico comasco come, con la coloratura dei vocalizzi di Rosina, Mozart crei sonorità arcadiche magiche, mentre prendendo a prestito concitati drammatici dell’opera seria crei intelligenti parodie. Caratteristiche per le quali “La finta semplice” non può non emozionare e affascinare, sempre che ci si accosti a quest’opera senza voler fare confronti con lgi ultimi capolavori mozartiani e senza volere per forza ascoltare anticipazioni, se non in un caso: la richiesta di perdono di Rosina nel Finale terzo, impressionantemente premonitrice - seppure “in nuce” - della conclusione di “Nozze di Figaro”.

Cesare Fertoniani ha anche incuriosito i presenti nel foyer del Sociale con la narrazione dei due “gialli” che caratterizzarono la nascita de “La finta semplice”, debitamente tramandati dal padre di Mozart, Leopold: gli ostacoli frapposti dall’impresario Afflisio e dallo stesso librettista Marco Coltellini alla “prima” viennese”, di fatto andata a monte nel 1768, e la “sparizione” di ogni testimonianza riguardante la vera prima del 1769 a Salisburgo.

Nulla di quanto andrà a rappresentarsi dopodomani e sabato sera, alle 20.30, sul palcoscenico del Sociale come seconddo titolo della Stagione lirica 2013: la regia di Elisabetta Courir annuncia una versione fresca e molto fruibile grazie alla scelta di facilitare la rappresentazione con la presenza di una narratrice nella persona di Annagaia Marchioro.

Gli ultimi biglietti disponibili al botteghino del Sociale dalle 13 alle 18, infoline www.teatrosocialecomo.it e 031-27.01.71.

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