Bennet grande lo stesso
Con Siena lotta sino alla fine

Nella finale di Coppa Italia i canturini superati dalla Montepaschi per 79-72


TORINO - Grandi lo stesso. La Bennet Cantù ha tenuto testa alla fortissima Montepaschi Siena fino all'ultimo nella finale di Coppa Italia. Gara punto a punto con i brianzoli spesso avanti nei primi tre quarti. Poi il quintetto di Trinchieri (grande Mazzarino) cala e i toscani prendono il largo. Finisce 79-72.

MONTEPASCHI SIENA 79
BENNET CANTU' 72
MONTEPASCHI: Zisis 16 (4/8, 2/3), Kaukenas 11 (4/7, 0/2), Moss 9 (2/5, 0/1), Stonerook 3 (0/1, 1/2), Rakovic 1 (0/3); Aradori 3, Carraretto 11 (4/5, 1/4), Lavrinovic 21 (4/7, 3/3), Ress 2 (0/1), Hairston 2 (1/3), Michelori. N.e.: Udom. All.: Pianigiani.
BENNET: Green 15 (4/6, 0/2), Mazzarino 11 (0/2, 3/5), Micov 6 (2/5, 0/2), Leunen 16 (2/3, 4/6), Ortner 4 (2/6); Tabu 8 (1/1, 2/3), Mian (0/1), Markoishvili 4 (0/2, 0/3), Marconato 8 (4/6), Diviach. N.e.: Broggi, Maspero. All.: Trinchieri.
TORINO Non riesce a Cantù di riappropriarsi di una coppa otto anni dopo aver afferrato l'ultima. Allora si trattava della Supercoppa 2003, stavolta era la Coppa Italia 2011. Finita tra le mani di Siena al termine di una finale in cui la Bennet ha veramente dato l'anima prima di smarrire quel tratto di lucidità (sette palle perse nell'ultimo quarto, otto nei tre precedenti) che non le ha consentito di giocarsi alla pari anche l'ultimo paio di minuti. Sin lì Cantù aveva saputo ovviare al consistente divario di fisicità che continua a tenerla distante dalla Montepaschi ed era pure riuscita a mascherare la qualità di una panchina decisamente più corta (basti dire che da un lato in tribuna sfilavano Jaric e Akindele oltre al lungodegente McCalebb, mentre dall'altro si manifestava l'umile Urbutis...). Per non parlare dell'esperienza, completamente sbilanciata dalla parte della Mps.
Siena, già. Quella che ha perso una volta soltanto nelle ultime 35 partite in cui è scesa in campo entro i confini; quella che da bi-campione in carica di questa manifestazione ha da ieri sera eguagliato la tripletta consecutiva di Treviso e Varese; quella che si era presentata alla sua nona finale consecutiva in Italia; quella il cui allenatore, Pianigiani, nelle dieci occasioni in cui era giunto in finale non aveva mai conosciuto sconfitta.
Lavrinovic, premiato come miglior giocatore della finale, è stata l'arma letale poiché alla sua versatilità Cantù non è riuscita a trovare valide contromosse. Dall'altra parte, era Mazzarino l'uomo più tenuto e così sul capitano canturino Pianigiani ha approntato la staffetta Carraretto-Kaukenas con l'aggiunta qua e là di Moss. Eppure il “Mazza” ha fornito una delle sue migliori performance contro Siena.

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