Il lago di Como
ha incoronato un belga

Jordi Meeus si è imposto allo sprint nella sesta del Giro d’Italia under 23 che si è corsa sulle strade lariane. Oggi e domani i tapponi di montagna reclamano lo scalatore comasco Fancellu tra i più attesi protagonisti.

Tappa per velocisti era stata battezzata alla vigilia e sprint conclusivo, infatti, è stato. Sul traguardo di Colico a spuntarla è stato il belga Jordi Meuus, abile a regolare in volata Cristian Rocchetta e Arne Marit. Un assolo tutta potenza il suo, con il quale ha vinto la tappa numero 6 del Giro d’Italia Under 23, quella che ha abbracciato l’intero Lago di Como con partenza e arrivo ai piedi della Valtellina.

Una frazione partita davvero a velocità elevata, con una media superiore ai 44 orari nelle prime due ore e una lunga fuga a quattro (James Fouché, Paul Wright, Pasquale Abenante e Ferenc Szollosi) con un vantaggio sugli inseguitori superiore ai 4’ ripresa nel finale (il primo a cedere a causa di una foratura è stato Wright) quando al traguardo mancavano cinque chilometri.

E a Como si è presentato proprio questo quartetto al comando, applaudito dal pubblico che nel frattempo si era andato assiepando in particolare sul lungolago. E lo stesso poker di corridori ha continuato ad aprire la corsa lungo l’intera sponda del lago sino, appunto, in prossimità del traguardo posto a Colico.

Detto dei primi tre, alle loro spalle si sono classificati Jake Stewart, Matteo Baseggio (General Store), Jonathan Milan, Lorenzo Quartucci, Matteo Gino Pegoraro, Sergio Garcia e Michael Zecchin.

Quanto alla generale, la testa della classifica è rimasta pressoché invariata, con la maglia rosa sulle spalle del britannico Tom Pidcock (Trinity Road Racing) e, dietro di lui, Kevin Colleoni (Biesse Arvedi) a 58” e Giovanni Aleotti (Cycling Team Friuli) a 1’15”.

Oggi e domani, però, tutto sarà ancora possibile. Lo sperano gli inseguitori del primo della classe, lo spera il comasco Alessandro Fancellu che, partito tra i favoriti per la vittoria finale (ora però è 14° in classifica a 3’40” dal leader della generale), troverà nelle montagne di Valchiavenna prima e Valtellina poi gli spunti giusti per lanciare la sfida al vertice.

Stamane la carovana ripartirà da Barzio alla volta di Montespluga. Valsassina prima, Valchiavenna poi, per spingersi fino ai 1.908 metri Montespluga, finale in quota più alto del Giro 2020. Un dislivello vicino ai 3mila metri, con gli ultimi 27 chilometri di salita con pendenza media del 6% e punte del 10%.

Domani, infine, la tappa conclusiva. Per finire in bellezza, ecco il Mortirolo, pezzo forte di una Aprica-Aprica oltremodo suggestiva per gli appassionati del pedale. Una frazione di 120 chilometri in tutto, 3.500 metri di dislivello e la consapevolezza che i più forti potranno davvero dimostrarlo sulle ultime salite della corsa in rosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA