«Salvezza tranquilla. Proprio lì ho capito che potevo smettere»

Lanzoni, perno delle Rane Rosa della Como Nuoto: «Il mio è un addio a 360 gradi: non giocherò e non allenerò più»

Una vita (sportiva) a pensare di smettere. Ed il sogno che finalmente, si fa per dire, si avvera. Perché quando un’atleta a vent’anni ha già avuto esperienze sufficienti a farle pensare di chiudere con lo sport che ama, la pallanuoto in questo caso, ed a vent’otto concretizza il ritiro, per quanto sereni si possa essere, non si può certo parlare di momento felice.

Nel pieno della carriera, Gaia Lanzoni, elemento di punta delle Rane Rosa, annuncia di voler lasciare. Poche settimane dopo l’analoga comunicazione da parte della portiera titolare Ginevra Frassinelli, la Como Nuoto Recoaro perde una giocatrice di grande valore.

Insostituibile? Forse sì, forse no, perché se la massima recitata un tempo da Rudy Cattino, indimenticato tecnico della Como Nuoto, ha ancora valore (e lo ha), tutti sono utili, nessuno indipensabile.

Però Gaia un po’ indispensabile lo era, con la sua propensione a rivestire praticamente tutti i ruoli, ed il suo non tirarsi indietro di fronte a grandi responsabilità. Generosa, schietta come solo i liguri, abbronzata come solo chi lavora sempre a bordo vasca con ogni tempo, sole compreso: questa è Gaia, che saluta le sue compagne ma continuerà a tifare per le Rane Rosa.

«È vero, volevo smettere tanti anni fa, poi arrivò la proposta di Como, la accettai con qualche riserva, ma ben presto capìì di aver fatto la scelta giusta – commenta Gaia – però di fondo il pensiero mi faceva sempre compagnia, quest’anno, a salvezza conquistata senza passare dai playout, l’idea è tornata a galla con forza: ho capito che era giunto il momento.

Resterai a Como, comunque.

Sì, perché lavorerò in una scuola part-time e continuerò a seguire l’attività di segreteria della Como Nuoto nelle ore libere.

A parte una piccola parentesi, hai sempre allenato formazioni maschili: strano, non trovi?

Credo di aver più feeling col pensiero agonistico interpretato in chiave maschile, ho cresciuto gli attuali Under 18 prendendoli in giovane età, ora è il momento giusto per separarsi, il mio è un addio a trecentosessanta gradi, non giocherò né allenerò più.

La o le tappe principali del tuo periodo comasco?

Una su tutte: la sconfitta ai playoff di serie A2 contro Velletri. Da quel brutto momento, dalle lacrime e dallo sconforto, nacque la volontà di ripartire, tutte insieme, per provare a trovare il grande risultato, la promozione. La salita in A1 è il traguardo che mi rimarrà sempre nel cuore.

A chi sei più legata tra le Rane Rosa?

Al capitano, Maria Romanò, a Maddalena Fisco e ad Arianna Pellegatta.

Una definizione per i due tecnici che hai incontrato a Como, Tete Pozzi e Andrea Pisano.

Tete ci ha aiutato molto nei momenti difficili mettendosi in testa a tirare il gruppo e ad infonderci fiducia, Andrea ha dato un’impronta tecnica importante, è stato un anno di conoscenza reciproca e certamente la prossima stagione partirà con un piglio diverso.

Chi potrebbe prendere il tuo posto?

Pisano crede molto in Bianca Romanò.

Possibilità di ripensamenti?

Pari a zero, dopo circa centocinquanta presenze lascio, con un consiglio per le mie ormai ex compagne: abbiate pazienza, non datevi mai per sconfitte, i cavalli vincenti si giudicano alla fine della corsa e le Rane Rosa quest’anno lo hanno dimostrato.

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