Cantù, edifici abbandonati
Sigilli a Fecchio e alla Stecav

Mappatura delle aree occupate dai clandestini Dopo le ordinanze per l’ex Pietrasanta e via per Alzate

Il Comune impone di chiudere tutti gli accessi a un altro immobile, a Fecchio, che, stando alle tracce rinvenute e le testimonianze dei residenti della zona, veniva utilizzato da disperati in cerca di un riparo di fortuna. E non sarà l’ultimo, visto che l’amministrazione sta attuando un vero e proprio monitoraggio per identificare tutti i luoghi che possano rappresentare una situazione critica per la sicurezza urbana e quindi intervenire.

Una mappatura trasmessa a prefetto e questore, nell’ottica di iniziative provinciali specificamente orientate alla prevenzione del fenomeno dell’occupazione illecita di immobili. In principio – con l’amministrazione di Claudio Bizzozero - era toccato al Castello di Pietrasanta, che era diventato ritrovo di disperati finché non si sono fatti sigillare gli accessi.

Poi, in luglio, è stata la volta di un immobile di via per Alzate 4, dove si è deciso di procedere imponendo al privato proprietario con un’ordinanza l’obbligo di sgomberarlo da eventuali persone che ancora vi trovino riparo. Ora si resta a Fecchio, a ridosso della zona delle cascine, in via Ovidio.

La polizia locale ha effettuato dei sopralluoghi e dal loro rapporto è emersa una situazione di forte degrado in un immobile dove sono stati riscontrati diversi punti di accesso, finestre e infissi in più parti assenti, l’edificio invaso da folta vegetazione, tali, si legge «da compromettere le comuni regole di vita civile, minare le condizioni di vivibilità tra i residenti e rendere difficoltosa l’utilizzabilità della zona creando una significativa minaccia alla sicurezza urbana». In particolare viene segnalato che l’immobile in passato è stato occupato abusivamente, si ipotizza forse da immigrati irregolari, come confermato dalla presenza di ripari di fortuna all’interno degli ambienti dello stabile.

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