Benzina, in città fino a 2,26 euro al litro
Dal Ticino a Milano: ovunque costa meno

Tra Pizzamiglio e Como risparmio fino a 14,8 euro a pieno, ma pagare in contanti. Test del lettore: nel capoluogo 2,21 euro mentre in superstrada 1,95

Il prezzo della benzina continua inesorabilmente a salire e se lunedì si andava tra i 2,10 e i 2,17 euro al litro ieri in gran parte dei distributori si superavano i 2 euro e 20 con picchi fino a 2,26 euro. Costi rilevati al self service, vale la pena precisarlo.

E la situazione, rispetto al Ticino, ma anche ad altre zone confinanti in Italia, vede per i comaschi un esborso superiore.

Partiamo dal confronto con la Svizzera. A Pizzamiglio (quindi entrando dal valico di Maslianico) il prezzo più basso rilevato è stato di 1,89 euro al litro. Per usufruirne bisogna però ricordarsi di pagare in euro e in contanti. Questo perché si tratta di prezzi in euro con cambio applicato dalle singole compagnie e, quindi, più favorevole rispetto a quello bancario (vede praticamente la parità tra le due valute) che scatta nel momento in cui si utilizza la carta di credito. Sempre a Pizzamiglio il prezzo più alto rilevato ieri era pari a 1,94 euro al litro.

Spostandosi a Chiasso il costo è mediamente di 1,98 euro al litro, sempre con pagamento in euro e in contanti. Allontanandosi dal confine con l’Italia, i prezzi calano ulteriormente: ieri a Stabio un litro di benzina verde costava 1,81 euro.

Tra il costo più conveniente di Pizzamiglio e quello più alto rilevato ieri a Como città la differenza è pari a 37 centesimi che, su un pieno di 40 litri, significa un risparmio massimo fino a 14,8 euro a pieno.

E per capire come a Como i prezzi siano alti basta spostarsi nei Comuni limitrofi dove ci sono pompe bianche o grande distribuzione. A Fino Mornasco ieri prezzi compresi tra 2,05 e 2,11 euro mentre a Cantù il distributore più caro vendeva un litro di super a 2,09 euro.

Un lettore ieri ha fatto un test confrontando il prezzo della benzina nella stessa compagnia: a Como 2,21 euro mentre nello stesso distributore sulla Milano-Meda un litro di benzina verde veniva venduto a 1,95 euro con una differenza, quindi, di 26 centesimi.

Ieri il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona ha chiesto un intervento immediato da Roma: «Il Governo - le sue parole - continua il suo lungo letargo sul caro carburanti, facendo finta di niente, così da poter incassare in silenzio milioni aggiuntivi grazie all’Iva. Ma ora con la guerra in Ucraina o si sveglia e frena il decollo dei prezzi dovuto ai beni energetici o l’inflazione travolgerà le famiglie e il loro potere d’acquisto. Più aspetta e peggio è. Ora non basta più una riduzione delle accise di 20 cent per far scendere i prezzi a livelli normali, ne servono almeno trenta” conclude Dona».

Basta guardare il sito web del ministero dello Sviluppo economico con la rilevazione settimanale aggiornata proprio ieri, per capire quanto pesano, su ogni litro, accise ed Iva. Nel dettaglio, parlando di benzina, il prezzo netto del carburante è pari al 44,7% mentre il resto - quindi il 55,3% - è dato da accise e Iva.

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