Como: vaccini, stop all’obbligo
«Così i nostri figli
in aula rischiano la vita»

Preoccupazione per i bimbi immunodepressi. «Mio figlio ha subito un trapianto e non può vaccinarsi. Chi sceglie di non proteggersi rappresenta un pericolo»

«Loro possono scegliere e scelgono anche per noi». “Loro” sono i no vax, “noi” le famiglie dei bambini immunodepressi o con malattie croniche, solo per citare i casi a più alto rischio. Tra queste famiglie, ad esempio, c’è quella di Manuela Ratti, 44 anni, di San Fermo, tre figli. Il bambino più piccolo, Julian Lorenzo, otto anni, ha subito il trapianto di fegato quando aveva otto mesi.

«Mio figlio non può fare le vaccinazioni - spiega Manuela - Non le può fare e per questo dico che chi è contrario ai vaccini può scegliere e sceglie anche per noi. Tutta questa vicenda è paradossale». Lotte continue, ogni giorno, perché i rischi a cui può andare incontro Julian Lorenzo sono continui e sono alti. «Io non posso neppure sapere se nella classe di mio figlio ci sono bambini non vaccinati - prosegue Manuela - Ma poi ci rendiamo davvero conto di cosa stiamo parlando? Mio padre è diventato poliomelitico perché non esisteva il vaccino. A un ragazzo di vent’anni hanno dovuto amputare braccia e gambe in seguito ad un’encefalite provocata dal morbillo. Perché non si raccontano anche queste cose? Trovo vergognosa questa guerra scatenata sui social da alcune mamme tuttologhe. Certo anche se prendo un’aspirina si possono avere delle complicazioni. Ma allora smettiamo di prendere le medicine?».

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