Non solo a San Rocco
Una rotatoria anche a Villa Olmo

La conferma dell’assessore Vincenzo Bella: «Incrocio pericoloso, siamo pronti a intervenire» - Ma si studiano anche soluzioni per il rondò di Lazzago

Dopo il rondò in piazza San Rocco il Comune di Como punta a una rotatoria “allungata” tra via Bellinzona e via Per Cernobbio.

Incassata una parziale promozione sulla sperimentazione in corso all’inizio di via Napoleona, in attesa di un giudizio definitivo, il prossimo intervento messo in cantiere in materia di viabilità riguarda lo sfortunato incrocio di villa Olmo, con un sistema complicato di precedenze.

«È uno snodo sul quale dobbiamo intervenire - spiega l’assessore ai Lavori pubblici e alla Mobilità Vincenzo Bella -, concluderemo la progettazione in tempi non lunghi e già dall’anno prossimo contiamo di mandare in porto l’opera, nel 2020 quindi. L’ipotesi è già nero su bianco. Oggi c’è un sistema di incrocio basato su una mezza rotatoria, dove l’immissione crea in effetti qualche dubbio, qualche difficoltà con quel che ne consegue in termini di incidenti. Vogliamo ridisegnare una rotatoria completa, ma allungata, a “pavesino” si dice. Con questo sistema il “dare precedenza” sarà più agevole, prudente e sicuro».

Questo intervento è compreso negli obiettivi di mandato, al netto del nuovo piano del traffico a cui il Comune sta lavorando con la consulenza di un gruppo di ingegneri esterni. La redazione completa del piano non ha tempi rapidi, ci vorrà ancora un anno.

L’altro nodo stradale molto dibattuto da ormai due estati è il cosiddetto “alambicco”, la rotatoria al confine con Grandate e Montano che entra spesso in difficoltà da quando il passaggio a livello della stazione è stato soppresso.

«Questo è uno svincolo per il quale non esistono però soluzioni “facili” – spiega ancora l’assessore –. Nel senso che la rotatoria è già alla sua massima estensione e che un intervento definitivo potrebbe guardare ad un incrocio di secondo livello. Tradotto, si tratterebbe di un sottopassaggio per collegare direttamente le automobili in arrivo dalla città verso l’autostrada. Ma costa tanto, servono progetti validi e bisogna soprattutto avere certezza dei numeri prima di cimentarsi in un’opera tanto importante. Senza studi e statistiche non mi fido. Si potrebbe nel frattempo pensare al massimo ad una corsia di svolta diretta, con della segnaletica orizzontale, per far confluire i mezzi provenienti di via Paoli e da Grandate verso San Fermo della Battaglia e l’ospedale. Stiamo parlando però di un flusso di veicoli piuttosto ridotto, più scarso rispetto a quello autostradale. È una misura che possiamo approfondire e studiare, ma che non sposterebbe troppo gli equilibri».

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