A 107 all’ora in via Napoleona
Ma non basta per essere multati

Mentre si torna a discutere di sicurezza il giudice di pace annulla due sanzioni della polizia locale - Il motivo? La segnaletica non era abbastanza visibile

Como

Nemmeno scendere a 107 chilometri orari lungo via Napoleona basta a rimediare una sanzione. Chiedere, per credere, ai giudici di pace del tribunale di Como, cui si deve l’annullamento di un paio di multe comminate dalla polizia locale con il telelaser, il sistema di rilevamento mobile della velocità che il comando di viale Innocenzo utilizza regolarmente lungo una serie di strade considerate a rischio, via Napoleona in primis ma anche via Canturina, via Bellinzona, via Varesina, viale Innocenzo. Il tema è tornato d’attualità dopo l’ennesimo incidente grave - questa volta addirittura mortale - quello che lunedì ha avuto per protagonista il motociclista di Lazzate finito nell’altra corsia di marcia mentre tornava verso casa, e andatosi a schiantare contro le auto che viaggiavano in direzione opposta.

La morte di quell’uomo ha riacceso un dibattito antichissimo: come fare per rendere la strada meno pericolosa? Come fare per ridurre il rischio di incidenti? Come fare per indurre automobilisti e motociclisti a rispettare un limite di velocità che mai come da queste parti segna il confine tra vita e morte?

Le soluzioni prospettate di rincorrono sempre più o meno identiche: «Alcune sono percorribili, altre lo sono meno», spiega il comandante della polizia locale Vincenzo Aiello . Non è per esempio consentita la posa di dissuasori di velocità, vietata lungo tutte le strade che siano battute da mezzi pubblici, così come non sarebbe percorribile l’ipotesi di realizzare un guard rail centrale che impedisca i salti di corsia; meno campata in aria - ma bisognerebbe ragionarci ancora - l’ipotesi di realizzare una sorta di “isola” all’altezza del “curvone” (l’idea, rilanciata in consiglio comunale, è del consigliere Giampiero Aiani ), tale da costringere chi scende e chi sale a moderare la velocità.

Quanto al sistema più semplice e al contempo più utilizzato - vale a dire un controllo diretto della velocità tramite l’utilizzo del sistema telelaser - beh, anche in questo caso non tutto è facile come sembra, e basti in questo senso leggere il contenuto del recentissimo pronunciamento con cui il giudice di pace ha accolto un paio di ricorsi presentati da altrettanti automobilisti dal piede “pesante”. Uno dei due, stanti gli atti del procedimento, era stato sorpreso in orario serale a procedere a una velocità di 107 chilometri orari, ben oltre i limiti non solo di velocità ma anche del buon senso. Il tribunale ha accolto la tesi secondo cui - quantomeno in via Napoleona - non basterebbe installare un solo cartello per segnalare la presenza del dispositivo di controllo della velocità, cartello che, come è noto, è obbligatorio. Dice il tribunale che ne servono due, uno sul lato destro della strada e uno sul lato sinistro, di modo da escludere che su una strada a doppia corsia quale è via Napoleona, l’automobilista che si trovasse a guidare lungo quella “mediale”, cioè più prossima alla riga di mezzeria, possa non vederlo.

In altre parole: se guido all’interno e affianco un secondo veicolo alla mia destra, quest’ultimo potrebbe impedirmi di vedere il cartello e io automobilista potrei “dimenticarmi” che a 107 chilometri orari in città non si viaggia. La questione è un po’ ingarbugliata, ma questa è: multe cancellate, e poco importa che il ricorrente scendesse verso via Milano a una velocità che metteva a rischio l’incolumità sua e altrui. Il comandate della polizia locale fa sapere che i controlli continueranno, e che del resto si sono sempre fatti, nonostante i ricorsi: lo scorso anno, con il Telelaser sono state comminate circa 165 multe. Al momento l’utilizzo di questo dispositivo è la migliore arma di prevenzione. Giudici permettendo.

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