Affitti alti e spesa cara, meglio l’Italia
Ora sono i ticinesi a fare i frontalieri

I dati diffusi dall’Ufficio regionale di statistica confermano la tendenza in crescita

Il Canton Ticino sta assistendo a un duplice boom che non mancherà di alimentare nuovamente il dibattito politico, a 40 giorni dalle attese elezioni federali. Già perché se da un lato - come certifica l’Ufficio cantonale di Statistica - sono pressoché raddoppiati i ticinesi che hanno scelto di vivere in Italia pur continuando a lavorare nel Cantone di confine, ieri il Ticino ha registrato anche un dato record, sotto certi aspetti decisamente preoccupante, circa case e appartamenti sfitti.

In base a quanto rilevato i 289 ticinesi che nel 2011 si erano trasferiti in Italia sono diventati 488 a fine 2018 e, stando ai racconti in presa diretta postati su diversi social, quota 500 dovrebbe essere ormai ad un passo. Il perché di questo nuovo fenomeno - ovvero i “frontalieri al contrario” - sta tutto nei numeri, anzi negli importi degli stipendi raffrontati al costo della vita nel Cantone di confine. E così con i 3700-4000 franchi dello stipendio mensile medio se in Italia si conduce una vita più che dignitosa, in Ticino in taluni casi difficilmente si arriva a fine mese. Affitti (che partono da una base di 1600 franchi), la temuta “Cassa Malati” e la spesa quotidiana (a cominciare dai generi alimentari) sono tre voci che incidono in maniera molto importante sul budget mensile. Da qui la scelta di optare per l’Italia e le province di confine, Como in testa. E non è un caso che il picco dei “frontalieri al contrario” si è avuto dopo il gennaio 2015, quando la Banca Nazionale Svizzera ha deciso di abolire la soglia minima di cambio di 1,20 franchi per euro. Da quel momento i ticinesi che hanno deciso di venire a vivere in Italia sono passati da 380 a 475, con diverse aziende rossocrociate che hanno deciso di spostare la produzione all’estero.

Da segnalare anche il dato complessivo degli svizzeri che vivono nel Belpaese: a fine 2018 erano 49600. Certo le problematiche, all’interno di questa nuova dinamica, non mancano, perché diversi sono i casi di ticinesi che vivono in Italia, ma hanno conservato non solo il domicilio, ma anche la cassa malati in Ticino. Ad oggi non figurano nelle anagrafi dei nuovi Comuni di residenza. Ieri però è arrivato un altro dato a confermare la tesi che il Canton Ticino - pur senza enfatizzare il concetto - si sta progressivamente svuotando. A livello federale le abitazioni sfitte sono aumentate di 3 mila unità e in questo quadro, decisamente allarmante (fonte Ufficio federale di Statistica), il Canton Ticino è in cima alla classifica. Complessivamente al primo giugno le abitazioni sfitte o comunque vuote in Svizzera erano oltre 75 mila, quasi il 2% del patrimonio abitativo, con il Ticino che ha fatto registrare un balzo in avanti di 708 unità.

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