Assegno unico, ora si parte
Nel Comasco più di 20mila

A giorni i primi accrediti per il nuovo contributo cumulativo - Monteduro: «All’inizio c’è stata la corsa, adesso situazione più tranquilla»

Como

Potrebbero essere oltre 20mila - anzi tra i 20 e i 30mila - gli assegni unici spettanti ai comaschi, secondo una previsione formulata dalla Uil.

Questo non significa che questo numero di domande sia già stato presentato oggi, a pochi giorni dall’inizio del pagamento di questa misura che unifica tutte le voci precedenti di contributi alle famiglie con figli, dagli assegni famigliari al bonus bebè.

Perché le domande possono essere presentate fino a giugno con effetto retroattivo, quindi c’è chi probabilmente se la sta prendendo comoda, ma anche perché, spiega Salvatore Monteduro , segretario generale della Uil Lario, «la quantità di documenti richiesti è rilevante, soprattutto per quanto riguarda la situazione bancaria, e parecchi potrebbero non essere riusciti ancora a procurarseli tutti».

In generale, comunque, dopo la grande corsa agli appuntamenti nei Caaf delle prime settimane dell’anno la situazione dalla fine di febbraio sembra essersi tranquillizzata: «Ma non saprei dire - prosegue Monteduro - se sia perché chi doveva presentare domanda lo ha già fatto o perché c’è chi ha rinunciato o non presenterà la Dsu, la dichiarazione sostitutiva unica, e depositerà solo domanda per l’importo minimo dell’assegno, magari direttamente attraverso il porta Inps e quindi senza passare dai Caaf o dai patronati».

Qualche ritardatario, comunque, c’è di sicuro, ma non rischia di perdere nemmeno un centesimo: «Si può presentare domanda fino a giugno - conferma Monteduro - percependo gli arretrati dal 1 marzo. Insomma la richiesta ha validità retroattiva, per questo l’eventuale ritardo nella presentazione dei documenti non rappresenta in realtà un problema».

La nuova misura riguarda tutte le famiglie con figli fino ai 21 anni a carico o, se disabili, senza alcun limite di età. Ogni famiglia con figli riceverà un importo a scalare da 175 euro mensili per figlio per Isee pari o inferiore a 15mila euro a scendere fino a 50 euro per Isee pari o superiore a 40mila euro.

Se fino allo scorso anno gli assegni familiari, rinnovata la domanda, arrivavano in busta paga ai lavoratori dipendenti, ora non saranno più i datori di lavoro a erogare l’assegno ma l’Inps che li verserà direttamente sul conto corrente di chi ne ha diritto, purché venga presentata la domanda attraverso un patronato, uno studio di commercialista oppure telematicamente all’Inps. La grande novità è quindi l’aver sciolto il legame tra sostegno alla genitorialità e lavoro.

La determinazione dell’importo è legata all’Isee e non al reddito, per il calcolo corretto è opportuno affidarsi all’assistenza di un Caaf o di un professionista.

È possibile però anche presentare domanda tramite il portale Inps. È necessario in questo caso avere con sé l’Isee dove già ci sono la maggior parte dei dati necessari e i codici fiscali di tutte le persone interessate, genitori e figli.

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