Bonifica Ticosa, meno sconto
Il conto sale di 287mila euro

L’azienda che aveva vinto la gara ha rifiutato di firmare il contratto - Perderà 43mila euro di cauzione. Si passa alla seconda, ma la cifra è più alta

Como
Il rifiuto dell’azienda sarda che si era aggiudicata la gara per la bonifica della cosiddetta “cella 3” dall’amianto farà spendere più soldi a Palazzo Cernezzi.

La storia infinita della vecchia tintostamperia è finita ieri pomeriggio in commissione Urbanistica. Il presidente Luca Biondi ha infatti chiesto una relazione all’assessore all’Ambiente Marco Galli, presente con i dirigenti Rossana Tosetti (Ambiente) e Andrea RomoliVenturi (Gare e appalti). Quest’ultimo ha precisato che il gruppo di aziende che ha vinto la gara si è «rifiutato di firmare il contratto» perdendo la cauzione di 43mila euro. «Siamo in presenza del rifiuto della stipula - ha spiegato - che comporta la decadenza, incameramento della cauzione e la segnalazione all’Anac».

La seconda classificata, Gruppo Itq e Cericola, ha offerto un ribasso d’asta più contenuto, pari al 20% rispetto al 27% della prima. E questo si tradurrà in un minor sconto e quindi in maggiori costi di 287mila euro. L’importo a base di gara era parti a 4 milioni e 111mila euro. Questo significa che con la prima il Comune avrebbe speso 3 milioni di euro, mentre con la seconda classificata la cifra finale è di 3 milioni e 288mila euro. Sulla seconda azienda sono già scattati i controlli per arrivare all’assegnazione e alla formalizzazione del contratto.

«Sembrava che la cosa stesse andando in porto - ha dichiarato Galli spiegando quanto successo nei giorni scorsi -. Poi, a nostra insaputa e come un fulmine a ciel sereno, la società ha deciso di ritirarsi e di non firmare il contratto. Ma questo ci preoccupa parzialmente per il processo, che viene rallentato ma non interrotto visto che erano state ben 7 le aziende che avevano partecipato alla gara e questo ci permette un ampio margine di trattativa».

Insomma, qualcuno a cui affidare la bonifica dell’area a ridosso della Santarella si troverà, ma il rischio è quello di vedere allungarsi ulteriormente i termini. Dall’avvio del cantiere, infatti, ci vorranno 15 mesi per scavare, rimuovere il materiale con amianto, insacchettarlo nelle speciali borse bianche e trasportarlo in discarica. Questo significa che l’area non sarà completamente ripulita dai veleni prima dell’autunno del 2022.

Nonostante le richieste arrivate da diversi consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, non sono però state fornite tempistiche sul via effettivo ai lavori. Come detto, sono già state avviate le verifiche previste dalla legge sulla seconda classificata e, una volta ottenuti tutti i documenti, si procederà stipula e firma del contratto (a meno di ulteriori problemi).

Questo significa un paio di mesi ulteriori prima di poter vedere all’opera qualche operaio nella zona della cella 3. La bonifica del terreno, di 12mila metri cubi, inquinato soprattutto da amianto, prevede scavi fino a 2 metri di profondità. E modalità molto precise per il trasporto del materiale.

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