Bullismo, venticinque
le denunce a Como

Crescono gli episodi violenti nelle scuole. «Ma quelli che vengono segnalati sono una minima parte». La raccomandazione della preside: «Non è quasi mai solo un problema disciplinare, i provvedimenti siano precisi»

Offese, parolacce, insulti, spintoni, calci, pugni, derisione per l’aspetto fisico. Sono alcuni dei comportamenti di bullismo più diffusi: visti i recenti casi di cronaca nazionale in cui gli studenti, oltre che verso i propri compagni, se la sono presa addirittura con il professore, anche sul nostro territorio si torna a discutere di bullismo.

A preoccupare, in generale, è l’insulto e la derisione via web. Con i nuovi strumenti social, il “cyberbullismo” dilaga in fretta ed è distruttivo per la psiche dei più giovani.

«È fondamentale l’azione di prevenzione e di formazione - spiega Gaetana Filosa, preside Da Vinci-Ripamonti - Inoltre, è importantissima l’attenzione dei docenti nell’osservare le dinamiche di classe. Soprattutto nelle prime, bisogna lavorare sulla relazione fra studenti. Con le nuove tecnologie, alcuni video e le notizie false possono circolare molto in fretta».

Secondo l’Istat (i dati però sono fermi al 2014), le vittime più numerose di bullismo sono fra i liceali (19,4%), seguiti dagli studenti degli istituti professionali (18,1%) e degli istituti tecnici (16%).

«Da almeno tre anni - commenta il preside del liceo Giovio Marzio Caggiano - noi non registriamo episodi conclamati».

Silvana Campisano, preside del Caio Plinio, mette in guardia dalla generalizzazione: «I fatti descritti in cronaca - aggiunge - sono andati oltre la misura normale della quotidianità, sono episodi gravissimi ma eccezionali».

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