Calenda e il Pd «da rifondare»
Tra i nomi il comasco Magatti

L’ex ministro parla di una nuova classe dirigente e cita il sociologo. Starebbe valutando un progetto in vista delle prossime elezioni europee

Ci sarà anche un volto noto della nostra città nell’(ipotetico) nuovo partito di Carlo Calenda?

Il dato certo è che l’ex ministro dello Sviluppo economico, in carica prima nell’esecutivo di Matteo Renzi e poi in quello di Paolo Gentiloni, ha fatto il nome del sociologo Mauro Magatti, docente alla Cattolica di Milano, parlando della nuova classe dirigente che potrebbe “scendere in campo”.

Intervistato da Repubblica, ha citato Magatti come «esperto di economia sociale», con lui Enrico Giovannini «che tira le fila del mondo della sostenibilità», Ermete Realacci «per quanto riguarda l’ambiente», quindi il sindacalista Marco Bentivogli e il sociologo Stefano Allievi.

Parole poi rilanciate dallo stesso ministro attraverso Twitter, uno dei canali di comunicazione che utilizza con maggiore frequenza. Calenda ha sostenuto che «oggi sempre meno persone si riconoscono nel Pd» e che il partito va rifondato,  deve ripartire dalle idee «con un nuovo pensiero progressista» in grado di «difendere la democrazia liberale».

Indiscrezioni giornalistiche parlano di un possibile “cantiere” per far nascere un nuovo soggetto politico in vista delle prossime elezioni europee, un «partito dei competenti» con il coinvolgimento di professori, esponenti sindacali, pezzi significativi di politica (anche vicini all’ala moderata di Forza Italia) e società civile.

Calenda finora ha sempre negato di volersi porre alla guida di un nuovo partito, ma qualcosa certamente sta bollendo in pentola.

E chissà che non possa farne parti anche Mauro Magatti. Il diretto interessato, contattato ieri, ha opposto un cortese quanto fermo «no comment».

Comunque un attestato di stima per il sociologo (è anche editorialista del Corriere della Sera) , a questo punto non resta che attendere per capire se nelle prossime settimane ci saranno sviluppi oppure quello dell’ex ministro resterà un “endorsment” che non porterà a un coinvolgimento in prima persona dell’apprezzato docente comasco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA