Case di riposo, accuse alla Regione
«Si è mossa tardi e il virus dilaga»

I sindacati chiedono più sicurezza per gli operatori e gli ospiti: «Gravi errori». «Hanno iniziato solo ora con i tamponi e sono comunque pochi. Pronti alla mobilitazione»

Regione e Ats in grave ritardo nella gestione dell’epidemia.

I tre maggiori sindacati comaschi individuano precise responsabilità nella larga diffusione del contagio nel nostro territorio, soprattutto nelle residenze per anziani. A tutela degli operatori della sanità chiedono garanzie e controlli, ancor più ora che si avvicina la ripartenza. «Il ritardo enorme ha determinato una diffusione maggiore del contagio – ha spiegato Alessandra Ghirotti per la funzione pubblica della Cgil di Como – le critica rivolta all’Ats e alla Regione riguarda la mancata programmazione e l’impossibilità di recuperare dispositivi di sicurezza nella prima fase dell’epidemia. Anche nell’Asst Lariana, nel pubblico, come nel privato al servizio di anziani e disabili. Ancora oggi a due mesi dall’esplosione del virus c’è chi fatica a reperire le mascherine. Esprimiamo grande preoccupazione in vista della fase 2. Serve più attenzione per il sistema sanitario».

L’effetto dei tagli

Tra il 2009 e il 2017 sul sistema sanitario italiano sono stati fatti 37 miliardi di tagli, mancano 60mila professionisti nel settore, 3.300 in Lombardia. «Regione Lombardia ha avuto un ritardo importante nella gestione dei protocolli per esempio nelle Rsa – ha detto Vincenzo Falanga per la funzione pubblica della Uil del Lario – la riforma tanto sbandierata per la presa in carico delle fragilità non ha evitato una diffusione estesa del virus. I tamponi sono stati fatti tardi e sono ancora pochi. Se il sistema non sarà in grado di gestire in sicurezza la fase 2 siamo pronti alla mobilitazione». Per il momento i sindacati invieranno una pioggia di cartoline all’Ats e a Regione chiedendo sicurezza per medici, infermieri e operatori e, dunque, anche per i pazienti stessi. L’hashtag è #iocimettolavita.

«Chiediamo dispositivi di sicurezza, tamponi anche agli asintomatici, controlli per la ripresa – ha aggiunto Nunzio Praticò per la funzione pubblica della Cisl dei Laghi – serve inviare specialisti nelle Rsa e riorganizzare le realtà lavorative per limitare il contagio. Ma chiediamo anche riconoscimenti economici per i lavoratori della sanità che si sono sacrificati durante l’emergenza».

Più del 40% dei contagi complessivi ha investito le Rsa, calcolando sia gli operatori che gli ospiti. Circa il 30% degli operatori è positivo o malato, un fatto che rischia di determinare il collasso del settore.

Scarsa trasparenza

Secondo i sindacati Ats e Regione hanno gravi pecche anche nell’informazione. Le risposte sono carenti, i dati poco trasparenti. «A quasi due mesi dell’esplosione dell’emergenza sanitaria nel nostro paese – sottolineano insieme i sindacati - ribadiamo la necessità di porre in atto le misure volte a tutelare il personale impegnato in questa grave emergenza. Tutti gli addetti del settore che mettono a nostra disposizione non solo le competenze professionali, ma anche la loro stessa vita, in una lotta impari contro un nemico che sta decimando gli operatori a difesa della popolazione e delle fasce più deboli».n 
S. Bac.

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