Chirurgie dimezzate per colpa del virus
Tutti rinviati di mesi i casi meno urgenti

La quarta ondata allunga i tempi d’attesa - Al Sant’Anna le sale operatorie stanno lavorando al 50% - Garantite soltanto le urgenze e i pazienti più a rischio

Le sale operatorie sono ancora bloccate, al Sant’Anna il 50% degli interventi non urgenti viene rinviato.

Dalla seconda metà di dicembre gli interventi programmati, quindi non le urgenze, sono stati in gran parte posticipati per far fronte alla quarta ondata Covid. Anche in questi ultimi giorni di gennaio i pazienti vengono chiamati per concordare i rinvii a data da destinarsi. Le emergenze come detto sono garantite, anche i malati oncologici hanno una corsia preferenziale. Di fatto oggi i chirurghi dell’Asst Lariana affrontano interventi solo per risolvere gravi tumori e per trattare i pazienti in arrivo al pronto soccorso, quindi traumi, incidenti, infarti, eccetera.

I comaschi devono invece aspettare per interventi come le ernie, i calcoli alla colecisti, le piccole resezioni al colon o alla prostata. Ma anche le neoplasie benigne se non fanno danno e non crescono in fretta vengono posticipate. Come ovvio se questi problemi di salute nel frattempo entrano in una fase acuta tale da meritare un’emergenza trovano nuovamente un accesso privilegiato.

A sentire i chirurghi in forze all’Asst Lariana la flessione rispetto ad un periodo normale è pari a circa il 50%. La Regione tra settembre e dicembre aveva fatto partire un programma per il recupero delle liste d’attesa che comprendeva anche alcune operazioni chirurgiche, oltre all’annoso problema degli esami e dei controlli con code lunghe mesi. Ora bisogna di nuovo ricominciare. Soprattutto al Sant’Anna che ha retto la maggior parte del peso della lotta al Covid, con un centinaio di ricoverati positivi come media.

Anche da Villa Aprica, con un reparto Covid attivo, fanno sapere di aver rimodulato le prestazioni offerte dalla chirurgia. Tutto ciò che non è procrastinabile viene garantito, ma l’attività ambulatoriale si è fermata fino al 60% e gli interventi chirurgici differibili fino al 40%. La speranza è poter presto riprogrammare tutto il lavoro bloccato.

Al Valduce infine in quest’ultima ondata le prestazioni hanno subito un rallentamento molto inferiore rispetto a quanto era accaduto nelle ondate precedenti. Ci sono stati è vero alcuni giorni di sofferenza dopo le feste per l’alto numero di sanitari in quarantena. I follow up rinviabili sono stati rinviati magari con un controllo attraverso la telemedicina. La maggiore richiesta di posti letto chirurgici ha reso comunque anche qui necessario riprogrammare alcuni interventi come ernie, calcoli alla colecisti e patologie benigne.

Infine tutti i chirurghi dei presidi comaschi sottolineano un’ulteriore difficoltà. Soprattutto tra fine dicembre e la metà di gennaio è capitato in maniera abbastanza frequente, al Sant’Anna come al Valduce, di ricoverare dei pazienti per delle operazioni e di scoprirli all’ultimo positivi. I nuovi accessi vengono comunque tamponati il giorno prima dell’operazione, il Green pass più spesso è in tasca. Ma anche per colpa dell’ondata Omicron c’è chi si è positivizzato senza avere sintomi a metà strada tra casa e l’ospedale. Dunque i medici in caso di intervento urgente hanno spostato i pazienti contagiati nei reparti dedicati agli infetti portando avanti i trattamenti programmati, mettendo in pratica i protocolli anti contagio. In caso invece di operazioni rinviabili hanno rimandato a casa i pazienti senza sintomi.

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