Cinquecento prof con la valigia in mano
Tremano le scuole: «Didattica a rischio»

Cattedre e continuità didattica a rischio dopo il via libera ministeriale ai trasferimenti - Guai in vista soprattutto per le classi elementari

Como

Il ministero dell’Istruzione dice sì alla mobilità. Una notizia importante, visto che in provincia di Como ci sono più di 500 insegnanti interessati a un trasferimento. Il via libera ministeriale schiude scenari di incertezza: “ballano” le cattedre, è a rischio la continuità didattica.

I nuovi assunti, imbarcati con l’ultima riforma, dovevano - da contratto - restare nella stessa sede per almeno tre anni. Il nuovo ministro Valeria Fedeli, d’intesa con i sindacati, ha invece aperto alle richieste di trasferimento, con l’effetto che i docenti interessati potranno indicare fino a un massimo di 15 province nelle quali insegnare cercando, come ovvio, di avvicinarsi a casa. Uno dei punti più criticati della cosiddetta “Buona scuola” era proprio l’offerta di una cattedra a tempo determinato, in modalità prendere o lasciare, magari dall’altra parte della penisola. Il movimento è stato quasi sempre da sud a nord.

Secondo la Cisl, a Como e provincia i docenti che potrebbero chiedere questo trasferimento sono poco più di 500, considerando le 304 immissioni sul sostegno, le 150 nelle primarie e una ventina nell’infanzia.

«Questi prof hanno accettato una cattedra a certe condizioni, capisco le esigenze, ma credo che le regole debbano rimanere le stesse - spiega Valentina Grohovaz, dirigente dell’istituto comprensivo Como centro -. Vedremo quanti si sposteranno, ma 500 insegnanti che potenzialmente possono fare le valigie non sono poca cosa. Già quest’anno è stato difficile, le nomine sono avvenute in ritardo, gli organici sono stati completati solo a metà novembre, abbiamo chiamato anche neolaureati per tappare i buchi. Come copriremo le cattedre il prossimo settembre? La situazione mi pare tanto fluida quanto preoccupante».

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