Como, candidato sindaco: il Pd torna alla carica con Minghetti

Si faranno le primarie anche se la manager dovesse accettare di correre. Tra i papabili anche Spallino e Frangi

Como

Dopo la pausa d’agosto, la politica riaccende i motori e si concentra sul tema che terrà banco fino alla prossima primavera: le elezioni amministrative nel capoluogo. Incassato il no di Mario Lucini alla ricandidatura, i vertici del Pd nei prossimi giorni incontreranno la presidente del Teatro Sociale e di Aslico, Barbara Minghetti, per chiederle la disponibilità a correre come candidato sindaco. Quello della manager resta il nome più gradito ai piani alti del partito: una personalità di alto profilo, nota e stimata, capace di portare avanti progetti importanti in città negli ultimi anni. Proprio quell’esponente della società civile più volte evocato, insomma.

Sfida difficile ma affascinante

Difficile fare previsioni sulla risposta di Minghetti, lusingata dall’interesse del Pd e affascinata dalla prospettiva di una nuova sfida, ma allo stesso tempo consapevole che un eventuale sì la obbligherebbe a lasciare sia l’incarico al Sociale che quello al prestigioso Teatro Regio di Parma. I “democratici”, comunque, non lasceranno nulla di intentato, ben sapendo che non sono molte le alternative di pari livello. Al momento i nomi presi in considerazione sono quelli dell’assessore Lorenzo Spallino (Como Civica) e del presidente di Confcooperative Insubria Mauro Frangi. In uno scenario assolutamente fluido, è una certezza - o quasi - la conferma delle primarie (da tenere entro fine anno) come metodo per scegliere definitivamente il candidato.

Il “modello Sala”

Minghetti, qualora accettasse, se la dovrebbe vedere quindi con altri esponenti del centrosinistra, in uno schema analogo a quello del 2011 fLucini aveva sfidato Bruno Magatti, Marcello Iantorno e Gisella Introzzi). La speranza, nel Pd, è quella di ripetere quanto avvenuto a Milano con Giuseppe Sala, nome esterno al partito risultato vincente: legittimare il candidato attraverso la consultazione tra i simpatizzanti in modo che, nella fase successiva, tutti i gruppi di centrosinistra lo sostengano lealmente. Come nel caso di Lucini, Minghetti potrebbe guidare una lista civica, cui si aggiungerebbero quelle dei partiti.

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