Como, i furti in abitazione
diventano un caso politico

Sul Giornale Sallusti spara contro il Parlamento: riforma del Senato, Rai, unioni civili, ma il Paese reale è un’altra cosa. Guardate cosa succede a Como

L’escalation di furti a Como, che da settimane raccontiamo ogni giorno sulle pagine de La Provincia, diventa un caso politico. Ad alzare il tiro ci ha pensato il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, che nell’editoriale di prima pagina pubblicato questa mattina attacca il Parlamento accusandolo di ignorare il Paese reale.

Scrive Sallusti: «C’è la riforma del Senato, le unioni omosessuali, la riorganizzazione della Rai. Poi c’è il paese reale, che è altra cosa. Ieri mi è capitato di curiosare nel sito del quotidiano La Provincia di Como, che ogni giorno racconta “la vita reale” di una delle zone più benestanti e civili d’Italia. Con il mouse ho fatto scorrere su e giù la schermata più e più volte perché non volevo credere ai miei occhi. Stavo leggendo un bollettino di guerra. Ecco un elenco (incompleto) dei titoli: “Un’ora e mezzo con i rapinatori in casa: ho visto la morte in faccia”, “Emergenza furti a Tavernerio, il sindaco chiede l’esercito”, “Ladri in villa, botte ai custodi”, “La refurtiva recuperata restituita al proprietario”, “Colpo notturno, maxi bottino in edicola”, “Ladri a San Fedele, rubano anche alle associazioni”, “Ladri fuori dal cimitero, scatta l’allarme”.

«Quello che succede a Como - prosegue l’editoriale su il Giornale - è esattamente ciò che sta avvenendo in tutte le piccole e medie città d’Italia, un tempo non lontano oasi di pace o quasi. Quando i politici si interrogano sull’assenteismo alle urne, quando si domandano perché crescono i partiti della protesta, quando Renzi si tormenta perché nonostante la mancia degli ottanta euro il gradimento nei suoi confronti sta precipitando, ecco, io consiglio la lettura quotidiana della Provincia. La risposta è lì (...). Ma perché dobbiamo pagare le tasse se ci chiudono le stazioni dei carabinieri, perché dovremmo andare a votare se quelli si occupano per mesi e mesi di etero e gay, insomma perché dovremmo essere cittadini modello se a sera dobbiamo avere paura a tornare a casa?».

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