Como: il Patria torna a navigare
«Un bene per tutto il lago»

Giudic (Famiglia Comasca): «Ne gioverà tutto il turismo». Dopodomani l’apertura della busta con l’offerta giunta alla Provincia

«Ci dispiaceva che il Patria venisse avviato alla demolizione, e così l’allora presidente Piercesare Bordoli pensò bene di lanciare una raccolta di firme per salvare un patrimonio nazionale come questo battello dalle linee eleganti e ancora bellissime»: Adriano Giudici, presidente della Famiglia Comasca, ripercorre il percorso che ha portato al salvataggio del piroscafo, grazie alle ventimila firme raccolta, ora che la Provincia, proprietaria, ha ricevuto una proposta di gestione. I particolari dell'offerta, con il nome di chi si è fatto avanti, si conosceranno mercoledì, giorno di apertura della busta.

La base d’asta è di 300mila euro per dodici anni, da corrispondere attraverso canoni annui di 25mila euro ciascuno. Una cifra tutto sommato non elevata, che si giustifica però con la necessità di intervenire pesantemente sulla motonave che manca di arredi e che, seppur dotata di un proprio motore a vapore (l’alimentazione a carbone, dopo l’intervento della Famiglia Comasca, è stata sostituita da quella a gasolio), non può navigare se non al traino: il Registro navale italiano (Rina), ha revocato il certificato di classe. «Purtroppo è stato installato un motore poco potente, ma penso che con adeguati accorgimenti, si possa ovviare a questo inconveniente» dice ancora Giudici.

Il “vaporetto”, dalle caratteristiche ruote sulle fiancate, venne varato nel 1926 a Sestri Ponente, insieme al gemello Concordia, ancora attivo nella flotta della Navigazione. Altro piroscafo d’epoca tuttora navigante, addirittura del 1904, è l’elegantissimo “Milano”.

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