Como, le carte del viadotto
«Più trasparenza con i consiglieri»

Un documento della Prefettura spiega: «Chi amministra ha ampio diritto di accesso agli atti»

Se è vero - come sostiene qualcuno - che il progetto esecutivo in variante del viadotto dei Lavatoi (oggi introvabile) c’era ed è stato perso negli uffici del Comune, non sarebbe l’unico atto smarrito nei meandri di Palazzo Cernezzi. Esiste infatti un documento, inviato nove anni fa a tutte le amministrazioni locali della provincia dalla Prefettura di Como, il cui contenuto suona come una sconfessione alla decisione del segretario generale facente funzioni di negare ai consiglieri comunali copia della bozza di perizia sul viadotto dei Lavatoi.

La vicenda la stiamo raccontando da giorni, ma vale la pena riassumerla. Un paio di settimane fa i due periti incaricati dal Tribunale di Como di valutare i danni del ponte, le cause e i relativi responsabili, hanno depositato in Tribunale e inviato alle parti la propria consulenza. Una copia è stata protocollata anche dal Comune di Como.

Il consigliere comunale Fulvio Anzaldo (lista Rapinese sindaco) ha quindi presentato una formale richiesta di poter visionare - nella sua qualità di amministratore - quell’atto. Richiesta che il segretario facente funzioni di Palazzo Cernezzi, Marina Ceresa, ha respinto motivando la decisione con il fatto che il documento non è conclusivo, ma passibile di modifiche alla luce delle osservazioni dei consulenti di parte.

Proprio la Prefettura, fin dal 2009, aveva inviato una nota ai sindaci di tutta la provincia di Como sul diritto di accesso agli atti da parte dei consiglieri. E in quella nota si comprende chiaramente come il negare questo diritto sia un’assoluta eccezione.

«I consiglieri comunali - si legge tra l’altro - hanno diritto d’accesso a tutti gli atti che possano essere d’utilità all’espletamento del loro mandato, senza alcuna limitazione. Pertanto una richiesta di accesso avanzata da un consigliere a motivo dell’espletamento del proprio mandato risulta congruamente motivata e non può essere disattesa». Questa indicazione vale, di fatto, per tutti gli atti di cui viene in possesso il Comune.

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