Como, nei nidi comunali
mancano posti, famiglie in crisi

Quest’anno sono rimasti esclusi 90 bimbi - Ora riaprono le iscrizioni e lo scenario non cambierà

Nidi, nel pubblico non c’è posto e nel privato la retta mensile può arrivare anche a 800 euro.

Dal 4 al 15 aprile, solo online tramite il sito del Comune, sarà possibile presentare la domanda per iscrivere i piccoli nei nove asili nido comunali. I genitori con lo Spid possono allegare l’Isee: un minor reddito garantisce costi più bassi e dà la precedenza in caso di liste d’attesa. Purtroppo però i posti scarseggiano.

Lo scorso aprile una trentina di famiglie erano rimaste fuori, e nella seconda finestra d’iscrizione a novembre tutte le domande, una sessantina, non sono state accolte. L’amministrazione comunale sperava di poter inserire tra gennaio e marzo qualche bambino, ma non si è liberato nemmeno un posto. Colpa, spiegano gli uffici, della mancanza di personale e delle norme anti Covid che hanno complicato orari, turni, tra “bolle” e quarantene. Le graduatorie di novembre ora decadono, alla luce delle nuove iscrizioni di aprile, chi era in lista d’attesa non ha una precedenza.

Purtroppo la disponibilità ad accogliere bambini nei nidi pubblici non è cresciuta, anzi. Chi non risiede in città ha poche speranze di entrare, sono avvantaggiati i genitori che lavorano entrambi. In totale oggi frequentano i nidi comunali 258 bambini, una ventina in meno rispetto a prima del Covid.

I costi? Facendo un calcolo una famiglia residente in città (senza altri fratelli iscritti e con un reddito medio alto) paga 457 euro per il modulo base, dalle 7.30 alle 16. Di recente non sono stati fatti aumenti salvo adeguamenti Istat. Le fasce con un reddito più basso pagano poco, tra i 55e i 140 euro, i più abbienti da 388 a 668 euro in base all’orario scelto. Gli asili della nostra città non sono più cari rispetto a Varese, invece a Lecco gli scaglioni sopra agli 8mila euro di Isee sono compresi tra 140 e 480 euro e a Milano sopra ai 6.500 euro pagano tra 103 e 465 euro.

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