Como: «Ridurre l’Irpef
La promessa tradita
del centrodestra»

Bilancio in Consiglio comunale, è polemica sulle tasse. Rapinese: «Criticavano Lucini ma confermano tutto». Caldara replica: «Impossibile modifiche dopo un anno»

Como

Difficile dimenticare quella seduta di consiglio comunale. Si andò avanti 12 ore, dalle nove di sera alle nove del mattino, con le minoranze che facevano ostruzionismo per contestare la decisione della giunta di centrosinistra di alzare l’addizionale Irpef. Era il 23 luglio 2014, tra i più strenui oppositori di quella delibera si ricordano i leghisti Giampiero Ajani e Diego Peverelli (presentarono decine di documenti per bloccare i lavori dell’aula) oltre ad Alessandro Rapinese.

L’episodio è tornato d’attualità, visto che è stato citato proprio da Rapinese nell’ultima seduta di consiglio dedicata al bilancio di previsione. Per quale motivo? «Per dimostrare - ha detto - che proprio quei gruppi in prima linea all’epoca nel contestare gli aumenti decisi dalla giunta Lucini oggi non li cancellano, anzi confermano esattamente le stesse aliquote. Hanno modificato qualcosa? No, nulla».

Già nel 2012 peraltro era stata aumentata l’addizionale Irpef e la Lega era salita sulle barricate, poi aveva protestato nuovamente nel 2014 (quando - complici anche i tagli effettuati dal Governo sugli enti locali - era stata portata al massimo, vale a dire lo 0,8% per tutte le fasce di reddito.

Le minoranze insomma hanno avuto buon gioco nel sottolineare l’incoerenza tra le dichiarazioni di qualche anno fa e le decisioni prese adesso dalla giunta.

Ma l’assessore al Bilancio Adriano Caldara respinge le accuse: «Quando è stato approvato un ordine del giorno su questo tema, nel luglio scorso, avevamo detto che avremmo valutato la possibilità di ridurre le imposte. Non c’erano state promesse. Noi vogliamo abbassare le tasse, ma nel quinquennio. In questa fase non sarebbe stato possibile, siamo qui da meno di un anno e dobbiamo ancora valutare bene dove si possono ridurre le spese per rendere sostenibile il taglio delle tasse. Chi c’era prima ha alzato le aliquote al massimo, di conseguenza è aumentata la spesa ed è difficile tornare indietro così su due piedi».

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