Como, tra nidi e materne
sono a casa in 2.500

Il prezzo più pesante delle quarantene lo pagano i bambini: «Ora si cambi»

Boom di quarantene tra gli studenti, ma i problemi maggiori li vivono gli asili nido e le scuole dell’infanzia con 2.500 tra bambini e educatori chiusi in casa.

Famiglie in difficoltà

I genitori sono sconfortati, sono costretti per l’ennesima volta a lavorare con accanto i figli dovendosi districare tra tamponi e certificati.

«Difficile fare stime – spiega Chiara Cattaneo , coordinatrice provinciale della Fism, la federazione delle scuole materne cattoliche – siamo vicini immagino ad un 30% del servizio bloccato. Purtroppo ogni giorno ci sono nuovi casi e da questa settimana i pochi piccoli rimasti indenni si scoprono positivi. I genitori sono molto arrabbiati per le quarantene, soprattutto gli asintomatici. Ma il tampone è il solo modo per tenere la situazione sotto controllo».

Per i più piccoli le regole non sono cambiate, sono rimaste sempre rigide. I vaccini sotto ai cinque anni non sono stati sperimentati e sotto ai sei anni non si usano mascherine per frenare le nuove trasmissioni.

L’Ats Insubria ha appena promosso un incontro con le scuole di ogni ordine e grado ed altri ne organizzerà a breve divisi per fasce d’età. «I problemi principali sollevati dai più sono le norme restrittive e confuse e i tempi lunghi per tamponi e certificati – nota Cattaneo – Ci è stato detto che stanno pensando in particolare a nuove modalità per l’esecuzione dei tamponi con pediatri e medici».

Sono state fatte è vero alcune prove, gli screening a tappeto, i sierologici dopo la prima ondata, più di recente dei test salivari a campione. Ma andare a scuola rimane una fatica. «È imbarazzante – commenta Monica Cattaneo , presidente di A-Scuola Como – Le famiglie sono ancora in grande difficoltà. Con i tamponi è un delirio. Noi come rete di associazioni abbiamo inviato delle proposte alla Regione, per superare almeno dalle elementari il concetto di contatto stretto. Bisogna fare i tamponi agli alunni sintomatici e restare a casa solo in caso di sintomi e positività».

Anche gli asintomatici però diffondono il virus. Certo la diffusione di Omicron non sembra avere confini. Come detto i contagi sono più numerosi tra i piccoli, meno tra i grandi: 2.295 quarantene attive nell’infanzia, 1.973 alle elementari, 858 alle medie e 649 alle superiori. Sta circolando tra i genitori anche una petizione per chiedere alle autorità nazionali di non confinare in casa i bambini che si trovavano in classe con un positivo (e quindi non possono più frequentare in presenza) se sono vaccinati o hanno già avuto il Covid.

Comunali e privati

In città quattro nidi comunali su nove sono colpiti da casi di positività, due sono chiusi e due sono a mezzo servizi. Per i nidi privati riuscire a lavorare è questione di fortuna. «Oggi siamo aperti, domani non lo so – racconta Erica Pagliaro , titolare dell’asilo Happy Time di via Perlasca – Tutte le colleghe stanno affrontando guai e imprevisti, tra bolle e intere strutture chiuse. Sui tempi d’attesa qualcosa sta migliorando da quando per la positività si può fare il test rapido in farmacia, anche se in teoria dovrebbero andarci solo gli asintomatici». «Ma le famiglie sono comunque nei pasticci. Io stessa sono stata in quarantena per 26 lunghi giorni. E’ toccato prima a mio figlio, poi a me, quindi al mio compagno già da prima di Natale e ora finalmente ne siamo usciti».

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