Coronavirus
Como - Svizzera
Si fermano anche i treni

Lo stop ai collegamenti Tilo e agli Eurocity. In Ticino 1.837 contagi. Appello per nuovi medici. Frontalieri, lunedì previsti 10mila transiti in dogana

Stop al traffico ferroviario tra Italia e Svizzera. Lo hanno comunicato a metà pomeriggio le Ferrovie Federali Svizzera, spiegando che «la misura fa seguito ad un’ordinanza emessa dalle autorità italiane». Si tratta dunque di una nuova e importante stretta nei collegamenti transfrontalieri - diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria in atto - che non risparmierà neppure il Tilo, prezioso anello di congiunzione tra Ticino e Lombardia, a cominciare dal nostro capoluogo. I treni Tilo - secondo le notizie rimbalzate dal Ticino - si fermeranno a Chiasso e Stabio senza più varcare il confine. Interessati dalla stretta sui collegamenti ferroviari anche gli EuroCity che collegano Milano con Zurigo, Ginevra e Basilea.

I numeri

Lo stop ai collegamenti transfrontalieri rimarrà in vigore “sino a nuovo ordine” e non interesserà - precisazione doverosa - il traffico merci. Da oggi in Canton Ticino inizia un’altra settimana all’insegna del tutto chiuso (o quasi). Questo alla luce anche dei contagi da coronavirus che nel Cantone di confine hanno raggiunto quota 1837, con 93 decessi. Il Ticino è ad oggi il Cantone svizzero con la più alta incidenza di casi positivi, ben 515,9 ogni 100 mila abitanti. Dati allarmanti, dunque. Se il Canton Ticino ha deciso di rinviare le elezioni amministrative, in calendario domenica prossima, ieri si è regolarmente votato in Canton Lucerna. Ieri il Governo di Berna ci ha tenuto a rimarcare che la Svizzera, in proporzione, è il Paese che ha effettuato il maggior numero di tamponi, ben 111 mila. A livello federale i casi di coronavirus accertati sono 14336, con 257 decessi. Sempre nella giornata di ieri c’è da registrare l’appello dello Stato maggiore di condotta cantonale - sul modello di quanto avvenuto in Italia - a farsi avanti rivolto a medici ed operatori in campo sanitario. E’ stato attivato un canale internet, con annesso modulo di adesione. Gli esempi virtuosi anche in Svizzera ci sono già: in più di 2000 hanno bussato alle porte dell’ospedale universitario di Zurigo chiedendo di dare una mano. La situazione in Ticino, come giorno dopo giorno nel resto della Confederazione, è delicata tanto che il Governo di Bellinzona ha riproposto (al momento) fino al 5 aprile i provvedimenti che hanno creato nei giorni scorsi forti frizioni con Berna vale a dire cantieri ed attività chiuse, con le deroghe affidate allo Stato maggiore di condotta cantonale.

Al lavoro

Come già riportato in questi giorni, anche i frontalieri da lunedì 30 marzo viaggeranno a ranghi ridotti. Saranno poco più di 10 mila quelli che di buon mattino varcheranno il confine. Ai sindacati - ove possibile - sarà affidato il monitoraggio delle condizioni di lavoro. Sindacati che ieri hanno espresso apprezzamento per la sintonia ritrovata - almeno sulla carta - sull’asse Bellinzona-Berna. Anche la polizia locale, come già avvenuto negli ultimi sette giorni, farà sino in fondo la sua parte. Ieri c’è da registrare anche l’intervista di TeleTicino al direttore dell’Aiti (Associazione industrie ticinesi), Stefano Modenini, il quale ha ben fotografato come dovranno muoversi le aziende da qui ai prossimi giorni. Aziende che «dovranno attenersi alle disposizione della autorità, mantenere poco personale impiegato e lavorare solo su cose urgenti». Argomento questo che interessa da vicino anche i frontalieri impiegati in queste settimane di piena emergenza sanitaria (un discorso a sé ovviamente interessa il comparto sanità) in Ticino.

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