Coronavirus, i frontalieri
Il Canton Ticino insiste
«Mascherina, niente obbligo»

Intanto è braccio di ferro tra Bellinzona e Berna. Lunedì riaprono parrucchieri ed estetisti?

Si profila un nuovo scontro istituzionale sull’asse Bellinzona-Berna con i frontalieri nel ruolo di spettatori interessati. Il Canton Ticino avrebbe chiesto di prolungare lo stop ad alcune attività oltre il 27 aprile, data in cui Berna ha fissato l’inizio della “fase due”. Dal Governo federale sarebbe arrivato al momento un “no”. Ciò significherebbe - come anticipato da ticinonews.ch - che il Canton Ticino non potrebbe prorogare le misure speciali in primis per le attività produttive e si dovrebbe così allineare alle decisioni assunte da Berna, che ieri con il ministro federale della Sanità, Alain Berset, ha fissato nella data dell’8 giugno il ritorno definitivo ad una (pseudo) normalità. Da lunedì in Svizzera in base al cronoprogramma del Consiglio federale potranno riaprire parrucchieri e negozi fai da te e di giardinaggio, ma anche centri estetici. È chiaro che il Ticino sta giocando su due tavoli: da un lato chiede il prolungamento dello stato di crisi e dall’altro ha già dato l’ok all’allentamento di alcune restrizioni (ad esempio, la ripresa a ranghi ridotti dell’edilizia). Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che in una settimana (fonte Rsi) i passaggi dei frontalieri ai valichi di confine sono aumentati del 45%.

E lo stop ai transiti - eccezion fatta per i frontalieri con il permesso “G” - è stato uno degli argomenti affrontati ieri da Berna nel consueto punto operativo del pomeriggio. Il ministro Alain Berset ha spiegato che «su un’eventuale riapertura dei confini elvetici, ad oggi non vi sono certezze. Molto dipenderà anche dagli altri Paesi». Argomento questo che interessa da vicino, ad esempio, i pendolari del “pieno di carburante”. Bar e ristoranti (entrambi danno lavoro a molti frontalieri) al momento restano fermi al palo. «Difficile fare previsioni», ha spiegato il Governo federale.

Altro tema d’attualità quello legato al turismo, che interessa da vicino anche il nostro territorio. Ieri dalla Seco (la Segreteria di Stato dell’Economia) è arrivata la seguente riflessione: «Il turismo in Svizzera inizierà a riprendersi solo nella seconda parte del 2021 e una ripresa generale a livello internazionale arriverà a partire dal 2022». Un altro campanello d’allarme per i nostri frontalieri, fermo restando che anche il Lario e l’Italia stanno vivendo una situazione analoga. Nel pomeriggio, a Bellinzona ha tenuto banco anche un argomento sollevato ieri da “La Provincia” nell’intervista al ministro ticinese Norman Gobbi: l’obbligo o meno di indossare mascherine protettive. Il medico cantonale Giorgio Merlani ha fatto notare che «è fondamentale che un’attività si possa svolgere in sicurezza e laddove non si possono garantire misure di prevenzione la mascherina può essere un modo di ridurre il rischio. Non credo si arriverà ad un obbligo. La mascherina ha una funzione protettiva di chi sta vicino, ma non protegge la persona stessa».

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