Covid, è già allarme nelle scuole
Più di mille studenti sono in quarantena

Le lezioni in presenza sono iniziate dopo Pasqua ma in pochi giorni tanti ragazzi sono già finiti in isolamento - Ats rassicura: «I focolai sono solo due, gli altri casi singoli»

Sono già più di mille le quarantene scolastiche, ma i focolai interni alle classi sono soltanto due.

Le scuole nel Comasco hanno chiuso a inizio marzo, sono ricominciate le lezioni in presenza subito dopo Pasqua, soltanto due settimane fa, senza licei e istituti tecnici ancora fermi. Eppure tra il 12 e il 18 aprile gli alunni comaschi finiti in isolamento sono già 1.051.

Sono tanti, è un numero paragonabile alla metà di febbraio quando la terza ondata stava salendo, ma comunque ancora inferiore ai primi di marzo. Più precisamente ora sono 247 i bambini degli asili e delle materne in quarantena, altri 454 alunni delle elementari, 293 delle medie e 57 delle superiori che soltanto dalla prossima settimana sperano di tornare a studiare in presenza. Queste sono le quarantene totali, i contatti e i compagni costretti a casa in via precauzionale. Quanto ai nuovi veri casi positivi rilevati nel mondo scolastico si registrano soltanto due focolai. L’Ats Insubria fa sapere che si tratta di un gruppo di cinque e un gruppo di sette bambini risultati positivi nello stesso contesto, in due asili nido della provincia di Como. Tutti gli altri nuovi casi che hanno poi generato a cascata le mille quarantene, sempre secondo l’Ats Insubria, sono singoli (113 tra Como e Varese, ma non è stato reso noto il dato Comasco). Quindi l’Agenzia per la tutela della salute immagina siano avvenuti fuori dalle scuole. Per quanto, occorre sottolinearlo, capire esattamente dove le persone si siano contagiate resta assai difficile.

«L’aumento delle quarantene scolastiche è sensibile – ha spiegato Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats Insubria – ma si tratta di casi singoli, non di cluster di alunni e insegnanti tracciati come positivi nelle stesse scuole. I focolai emersi sono solo due, dunque le classi al loro interno sono sicure. Dentro alle scuole le misure di contenimento anti contagio vengono rispettate, merito anche dell’impegno degli insegnanti. Occorre richiamare perciò adolescenti e famiglie a mantenere dei comportamenti prudenti fuori, a non incappare in disattenzioni personali nella vita privata».

Nonostante la campagna vaccinale abbia iniziato a correre le misure anti Covid devono rimanere un punto fermo. Mascherine e distanza sociale valgono per tutti, anche dopo la vaccinazione. Il tema dei contagi scolastici è molto attuale in vista della ripartenza, a scaglioni, delle superiori dalla prossima settimana. Licei, istituti tecnici e professionali sono un bacino ipotetico di contagi importante, fatto di adolescenti che a lungo hanno sacrificato la loro vita sociale come pure il diritto allo studio.

Sulle scuole l’attenzione nella prima e nella seconda ondata è stata forte, è stato uno dei primi settori ad essere bloccato e uno degli ultimi a ripartire. In questo momento per l’ennesima volta si parla di trasporti pubblici da potenziare, di distanze difficili da mantenere in classe. E, nonostante i dibattiti, a più di un anno di distanza non si sono viste lezioni all’aperto, grandi luoghi pubblici usati come aule o nuove flotte di bus per i ragazzi.

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