Crisi di governo, oggi il giorno cruciale. Le imprese comasche: «Avanti con Draghi»

L’appello Una pagina di giornale “condivisa” è l’iniziativa assunta dalle realtà produttive del nostro territorio. Lo scopo? Chiedere ai partiti di garantire continuità: «Con l’attuale premier percorso positivo, non fermiamoci»

Con una pagina condivisa, che parla nella nostra terra, Como, della sua unità ed evoca il valore della comunità, intesa come unione di valori, le associazioni di categoria hanno voluto condividere ieri, su queste pagine, un messaggio di incoraggiamento al Governo, perché garantisca, con senso di responsabilità, la continuità del suo programma. «Solo se sei unito nel territorio dove vivi e agisci puoi anche avere l’autorevolezza per chiedere a chi ci governa di essere uniti a loro volta - spiega Aram Manoukian, Confindustria Como - l’esempio, perché sia efficace e credibile, deve arrivare “dal basso” e la domanda che bisogna sempre porsi di fronte a una difficoltà è: “cosa posso fare io, insieme a te, per migliorare le cose?”». Partecipare alla ricerca di una soluzione è l’atteggiamento a un tempo ideale e pragmatico per affrontare una fase che si prevede complicata, resa più difficile dalla prospettiva di una interruzione dell’attività del governo nell’attesa, possibile, di nuove elezioni.

Allenarsi al confronto

Ecco quindi l’appello corale delle realtà di impresa comasche frutto di un avviato dialogo nato tra le associazioni nel tempo buio del lockdown e consolidato nei mesi complessi che ne sono seguiti. «Ci siamo confrontati sui temi che interessano la community: sostenibilità, formazione, mobilità, rigenerazione urbana. Abbiamo continuato il dialogo per allenarci al confronto, che non può accadere solo in situazioni di straordinaria necessità, ma richiede tempo per essere costruito, per poi diventare sostegno reciproco quando le circostanze lo richiedono» conclude Manoukian.

Sottolinea il valore fondamentale dell’unità delle associazioni di categoria anche Francesco Molteni, Ance Como: «Collaboriamo non solo per questa iniziativa, ma per essere di stimolo al territorio. Nella possibilità di una crisi di Governo abbiamo trovato occasione per manifestare una preoccupazione trasversale. Dalla guerra, al caro materiali, dall’inflazione alla crisi energetica e all’inflazione ci sono temi che non possono essere rimandati e il nostro auspicio è che sia data continuità al Governo Draghi perché possa concludere un percorso che riteniamo estremamente positivo». «Chiarezza e sicurezza è quello che serve al lavoro e alle imprese - spiega Pasquale Diodato, Cna Lario e Brianza - Abbiamo sempre sostenuto che fosse meglio una decisione definita, dopo un momento di confronto, piuttosto dell’incertezza, per questo ora è importante andare avanti ed evitare situazioni di stallo».

Va oltre Giovanni Ciceri, Confcommercio: «Il coro di voci preoccupate per un momento storico delicato e pericoloso si è molto esteso. Abbiamo bisogno di stabilità, tranquillità e non litigiosità in una condizione di emergenza tale che deve essere governata subito e gestita con mentalità saggia. All’attuale figura del premier non vedo alternative sulle quali possa esserci uguale convergenza». «Una campagna elettorale ora trascinerebbe il Paese in un lungo periodo di non governabilità - concorda Claudio Casartelli, Confesercenti Como - l’opportunità del Pnrr ci impone di essere incisivi e rapidi nelle decisioni per utilizzare quei capitali in modo opportuno, lasciare questa opportunità in sospeso sarebbe un danno economico non sopportabile dopo due anni terribili di crisi». «Si guardi al bene comune abbandonando ogni personalismo - aggiunge Marco Mazzone Cdo Como - che rischia di assolutizzare questioni anche importanti ma che devono essere riportate all’interno di un progetto condiviso.

Al momento il Governo sta dimostrando pragmatismo e lungimiranza, come negli accordi con l’Algeria». «Inoltre Draghi è autorevole a livello internazionale - conclude Roberto Galli, Confartigianato Imprese Como - dove si sta giocando una partita importante. È il momento più sbagliato per una crisi di Governo».

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