È nata piazza Bordoli
«Una vita per Como,
ricordarlo è un dovere»

Ieri mattina l’intitolazione ufficiale al fondatore e storico presidente della Famiglia Comasca

Piazza Piercesare Bordoli, cultore delle tradizioni comasche. All’incrocio fra via Tatti, Lambertenghi, Bonanomi e Collegio dei Dottori, ieri mattina è stata intitolata la piazza all’Abbondino d’oro 1996, anima della Famiglia Comasca, una vita spesa al servizio della comunità lariana.

«Proprio come un padre di famiglia – ha spiegato il sindaco Mario Landriscina - ha accompagnato la città in un lungo percorso di riscoperta e valorizzazione di ciò che le è proprio, facendo memoria delle sue radici e attualizzandole, intervenendo non solo per conservare le tracce del passato, ma per rispondere alle necessità del presente».

Nato nel 1929, Bordoli è stato direttore del Banco Lariano e fra i fondatori nel 1969 della Famiglia Comasca, di cui è stato presidente per 27 anni. Fra i suoi progetti, ha rinnovato e rinsaldato il gemellaggio con la città giapponese di Tokamachi. Ha promosso diversi restauri, fra cui gli affreschi nell’altare della Madonna della basilica di San Fedele, della cupola di Sant’Abbondio, della quadreria del Sant’Anna, e della chiesa al San Martino. Si è speso per la ripresa della sezione dialettale, con la pubblicazione di una grammatica e poi di un vocabolario di comasco. È morto nel 2014.

Accompagnata dalle note della banda Baradello, alla cerimonia hanno partecipato un centinaio di persone, fra cui i famigliari di Piercesare (compresa la moglie Antonia Banfi) e i componenti della Famiglia Comasca. «Questa piazza ha un significato particolare, è tanto vicino alla sua seconda casa e alla sua seconda famiglia, dove per tanti anni ha portato avanti le sue idee e i suoi progetti per la città», ha commentato il nipote Daniele Bordoli, leggendo un messaggio scritto dalla famiglia. «Per tanti anni ha ricevuto tutti coloro che avevano voglia di confrontarsi con lui sulla città, sulle iniziative da intraprendere o perché volevano parlare o sfogarsi e avevano bisogno di un consiglio. Ha sempre avuto a cuore la cura della comunità». La cerimonia è stata seguita in streaming anche da Tokamachi: il sindaco della città nipponica e il presidente dell’associazione giapponese del gemellaggio hanno inviato un messaggio.

Adriano Giudici, presidente della Famiglia Comasca, ha ricordato l’impegno di Bordoli nei vari progetti. La vice presidente Rita De Maria ha ringraziato per aver portato avanti le tradizioni comasche. «Ha fatto in modo che Como si sentisse più coesa e unita – ha sottolineato l’ex presidente Alberto Longatti – la città non deve abbandonare quanto portato avanti da lui negli anni». Poi un cenno sul Patria e sul suo abbandono: «Una vergogna. Piercesare avrebbe detto lo stesso, forse più arrabbiato». A.Qua.

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