Effetto Covid sulle case di riposo
Ora le liste d’attesa sono quasi azzerate

L’anno scorso c’erano 4mila domande inevase - Oggi un posto su sei nelle case di riposo è vuoto - «Le famiglie temono di non poter più vedere i loro cari»

Como

Esattamente un anno fa trovare un posto libero in una Rsa era un’impresa, le liste d’attesa erano lunghissime.

Adesso fuori dalle residenze per anziani sono scomparse le code, la disponibilità di posti è immediata. Questa settimana i vaccini anti Covid almeno per la prima dose raggiungeranno tutte le 56 Rsa del comasco che sperano, finalmente, di voltare pagina. Pur consapevoli di dover trasformare profondamente il servizio una volta superata la pandemia.

Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 le famiglie comasche faticavano settimane per trovare un letto per i loro parenti più anziani con bisogni di cura non gestibili a casa. Gli elenchi dell’Ats Insubria contavano oltre 4mila domande inevase sui 4.281 letti ordinari disponibili. Ora questi elenchi sono stati tagliati del 25%: un posto su sei adesso è vuoto.

«Le liste d’attesa non sono più un numero attendibile, la verità è che non ci sono più – spiega Mario Sesana, responsabile provinciale di Uneba Como, realtà che raccoglie le Rsa del territorio – la domanda come ovvio è calata. Tante famiglie si sono organizzate per tenere a casa i parenti. Con badanti e infermieri, con lo smart working. Ha molto inciso il timore del Covid e in particolare il rischio di non poter più vedere i propri cari all’interno delle strutture una volta accolti. Le residenze a marzo hanno chiuso tutte le porte. Salvo alcuni momenti d’incontro ancora adesso le visite sono complicate. C’è chi si sta organizzando con le vetrate e i tamponi rapidi, ma sotto la propria responsabilità. Certo, la speranza è che, vaccinati tutti gli ospiti, si possa ripartire in sicurezza».

I nuovi ingressi nelle Rsa possono avvenire da questa estate solo dopo il doppio tampone e la quarantena dell’anziano a casa o in isolamento in struttura. Negli ultimi mesi soprattutto con la seconda ondata i nuovi ospiti sono arrivati con il contagocce.

«C’è ancora il fenomeno degli ospedalizzati che non potendo finire la convalescenza a casa vengono inviati alle Rsa – spiega Patrizio Tambini, presidente delle Giuseppine – Ma la domanda diretta delle famiglie si è molto ridotta, le liste d’attesa non ci sono più. Anzi le strutture in generale hanno delle camere libere, non solo per l’isolamento. Diciamo che chi ha bisogno di una Rsa nel comasco oggi trova di sicuro subito una soluzione».

Quattro Rsa comasche hanno concluso le due vaccinazioni, altre 18 stanno effettuando i richiami e le restanti, ha annunciato l’Asst Lariana, riceveranno questa settimana le consegne.

«Le liste d’attesa non sono più reali – dice Gianmarco Beccalli, presidente della Ca’ d’Industria – Con il Covid le famiglie hanno fatto il possibile per tenere a casa gli anziani, pur con molti sacrifici. Il bisogno rimane, ma io penso che le modalità d’offerta del servizio debbano cambiare, stanno già cambiando. Le Rsa rimarranno, ma dovremo studiare altri canali, costruire altri percorsi». La domanda, restando nel mondo delle Rsa, è più significativa per i posti dedicati ai casi di Alzheimer dove però il numero di letti coperti dai fondi pubblici regionali è ridotto.

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