Fantascienza in riva al lago: «Robot guidati da insetti»

Lake Como School Professore di Tokyo incanta il Grumello con i suoi studi: «Grazie alle sue scoperte si aprono campi di applicazione incredibili»

I robot guidati dagli insetti. Sembra fantascienza, ma questa settimana alla Lake Como School si è realmente discusso dei confini più estremi dell’intelligenza artificiale. L’università Bicocca alla Villa Del Grumello ha invitato un gruppo di ricercatori e docenti, giunti da tutto il mondo, aggiornati sulle più prospettive della AI, “artificial intelligence”. L’ospite più illustre e atteso era Ryohei Kanzaki, direttore del centro di scienze e tecnologia avanzata dell’università di Tokyo.

Computer science

«Il professor Kanzaki arriva in realtà dal mondo delle neuroscienze – spiega Stefania Bandini, coordinatrice della scuola andata in scena al Grumello e docente del dipartimento di “computer science” della Bicocca – Durante la sua carriera ha studiato in particolare il sistema nervoso degli insetti. Si è concentrato soprattutto sul sistema olfattivo, che risiede nelle antenne di molti insetti. Le sue ricerche hanno preso in esame specificatamente i bachi da seta, quindi le farfalle». Come una farfalla riesca poi a guidare un robot, davvero, resta tutto da dimostrare.

«Capisco, sembra incredibile, ma posso garantire di aver visto di persona i robot in funzione – spiega ancora la professoressa – Gli studi di Kanzaki ci hanno svelato come gli insetti seguono la concentrazione di molecole portata dagli odori. Gli insetti con delle modificazioni genetiche sono in grado di sentire gli odori collegati anche ad altri tipi di percezioni. Odori magari esplosivi, scaturiti da materiali dunque pericolosi. Dopo queste prime ricerche il nostro insigne collega dell’università di Tokyo è passato allo studio della meccatronica e della robotica. Ha costruito dei piccoli robot guidati dagli insetti. In sostanza questi insetti camminano e si muovono su una pallina che conduce i movimenti dei robot verso le sorgenti di loro interesse. Questa tecnica è applicabile anche ai droni. Si aprono quindi, come facilmente comprensibile, prospettive molto interessanti».

Ai confini della fantascienza

Il fondatore della Lake Como School Giulio Casati, noto fisico, ci aiuta a comprendere meglio questo campo della ricerca.

«Gli insetti hanno circa cento neuroni, mentre noi essere umani ne abbiamo all’incirca, per semplificare, cento miliardi – spiega Casati – eppure anche gli insetti sono capaci di sentire gli odori e prendere una precisa direzione. I circuiti neuronali percepiscono l’odore nello spazio e nel tempo. Se riusciamo a comprendere e a governare questo meccanismo possiamo offrire anche ai robot queste capacità, questa volontà. Non so se un giorno arriveremo alla relazione tra i computer e le emozioni, ma di sicuro già oggi questo è un passo importante».

Queste ricerche intendono sfruttare a pieno il modello sensoriale degli insetti e dei loro comportamenti adattivi, un’intelligenza definita biologica, per finalità di tipo ingegneristico, quindi la robotica e l’intelligenza artificiale. All’atto pratico a parte i robot si potrebbero costruire nuove applicazioni nel campo della sicurezza, per il riconoscimento automatico di fonti o sostanze tossiche o pericolose, ma anche strumenti per la vita di tutti i giorni, nuove generazioni di sensori per veicoli e velivoli a guida autonoma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA