«Ha l’asma, va vaccinata»
Ma il computer si rifiuta

Compirà 16 anni tra pochi mesi e per i medici è persona fragile. «Tutti d’accordo a farle la dose, ci hanno mandati via per colpa del software»

Per una volta che erano tutti d’accordo, ci si è messo di mezzo il computer. E la burocrazia digitale ha bloccato una vaccinazione quasi fatta e dato il via a una serie di soluzioni («la porti a Trieste»... «aspetti il compleanno poi la farà vaccinare»... «si ripresenti, magari andrà meglio») una più originale dell’altra.

Protagonista, suo malgrado, della disavventura è una studentessa comasca del Giovio di 15 anni (sedici tra qualche mese), sofferente di una brutta forma di asma (malattia per la quale ha l’esenzione) e fortemente allergica.

Il racconto

«Mia figlia - racconta mamma Elisabetta (di questa storia non riportiamo cognomi a tutela della ragazza, che è minorenne) - fin da piccola è seguita all’ospedale pediatrico Burlo Garofalo di Trieste a causa di una forte asma, oltre che di un serio problema di allergia, è anche a rischio di choc anafilattico. Quando la Regione ha aperto la possibilità di prenotare il vaccino per le persone nate tra il 2005 e il 1962 con esenzione per patologia, ci siamo informati se fosse il caso di farlo anche per lei».

La risposta dei medici di Trieste non lascia dubbi: assolutamente, sì. Perché: non solo non ci sono controindicazioni, ma per le patologie della giovane è fortemente consigliato proteggersi. E così i genitori della giovane, nata nel 2005 (come riportato nella schermata web per la prenotazione dei vaccini), la iscrivono per l’11 maggio all’hub di Villa Erba nella fascia oraria 13-14.

«Ci presentiamo e l’addetta al ricevimento ci chiede: “Ha già compiuto i 16 anni? Allora aspettate che devo chiedere l medico”. Dopo poco torna e ci dice che per il medico non ci sono problemi. Quindi ci invia in una stanza dove veniamo ricevuto da un altro medico vaccinatore. Anche lui chiede l’età, fa l’anamnesi e alla fine indossa i guanti e dice: “Perfetto, procediamo”».

Tutto a posto dunque? in realtà no. «Mentre sta per vaccinare nostra figlia l’addetto che era accanto a lui e stava inserendo i dati nel computer ferma tutto: “Il programma non mi consente di andare avanti. Non l’accetta”». Ben lungi dal volersi arrendere, gli addetti alle vaccinazioni della sala che ospitava la giovane con i suoi genitori si attaccano il telefono: «Fanno una chiamata al Sant’Anna vecchio, dove pare ci sia un diverso software. Ma anche lì, nonostante vari tentativi, non sono riusciti a inserire i dati».

Dispiaciuti, i due addetti alzano bandiera bianca. «Il medico mi dice: “Ci spiace, torni quando ha compiuto 16 anni”. Ma se in questi mesi dovesse ammalarsi?» chiede la madre. Che, uscita da Villa Erba, si attacca al telefono. Prima con il vax manager di Ats: «Al quale spiego tutto, prende i miei dati e poi mi dice che mi avrebbero fatto sapere». Poi con una mail ad Asst Lariana: «Al momento non mi hanno ancora risposto». Quindi telefonando al call center della Regione: «Qui mi dicono che sì, mia sua figlia ha diritto al vaccino e che è stato un errore del computer. Quindi mi consigliano di cancellare il vecchio appuntamento e prenderne uno nuovo». Infine Ats richiama e dice: «Ci siamo informati, deve aver compiuto i 16 anni». La madre spiega la telefonata con i medici che hanno curato la figlia e si sente rispondere: «Allora non so... ma se a Trieste lo fanno il vaccino, perché non andate là?».

«E noi ci riproviamo»

Il paradosso è che i genitori, venerdì, in quanto conviventi di un paziente con fragilità, hanno regolarmente ottenuto la vaccinazione. Senza alcun problemi. E la figlia?

Mamma Elisabetta prende il telefono, si collega al portale, inserisce tutti i dati della ragazza: «Io ci riprovo. Ecco: venerdì 4 giugno alle ore 14. Se ci faranno andar via senza vaccinazione, pretenderò una carta che spieghi il motivo. Visto che tutti sono convinti che mia figlia possa essere vaccinata». Tutti, tranne il computer.

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