Il cane folgorato a Monte Olimpino
«Poteva accadere anche a un bimbo»

L’ex veterinario dell’Asl: «Anche una persona avrebbe potuto prendere la scossa»

I cani folgorati? «Poteva succedere anche ad una persona». Secondo Giulio Gridavilla, noto veterinario comasco (ex dirigente Asl), il caso del cagnolino vittima della corrente elettrica tra via Cardano e via Cardina il 28 dicembre rappresenta un potenziale pericolo non solo per il mondo degli animali.

«A quanto ho letto il motivo che ha scatenato la folgorazione sono dei fili scoperti in un pozzetto - ragiona l’esperto – pieno in quei giorni di acqua e di neve a seguito delle abbondanti nevicate di fine anno. In queste condizioni una scarica accidentale poteva colpire chiunque. Non solo un cane, ma anche un gatto o un altro animale. Gli animali sono più esposti all’elettrocuzione perché hanno i plantari a diretto contatto con l’ambiente, i cuscinetti delle zampe toccano direttamente il terreno, nel caso specifico il pozzetto. Quindi la corrente elettrica passa attraverso il corpo in maniera diretta, sprigionando tutta la sua energia. Non è questione di accortezza, ripeto, poteva succede a tutti. Anche ad un uomo, peggio ad un bambino». Anche se per le persone le possibilità si riducono: «Noi indossiamo le scarpe e la gomma della suola è un ottimo isolante. Il danno però dipende dalla potenza della scarica. Se è alta anche una persona poteva correre un grande pericolo. Per un cagnolino di, presumo, una dozzina di chili circa, è un incidente che non lascia scampo. Per un adulto di ottanta chili c’è una maggiore massa corporea che può attutire la scarica, ma non vuol dire restare indenni».

A pagare le conseguenze, tra Natale e Capodanno, un cane di razza beagle di 7 anni Eragon, folgorato mentre passeggiava con il padrone, Alberto Montagnolo. La tragedia, chiaramente, non è imputabile al padrone o al cane, quanto al pozzetto con i fili scoperti. Così ha accertato la polizia locale in un’ispezione risalendo ai cavi di un vicino palo della luce. Tant’è vero che un’associazione per la difesa degli animali, la milanese Aidaa, ha inviato un esposto denuncia contro il Comune di Como. Lo stesso avrebbe fatto la stessa associazione per altri cinque episodi simili accaduti per esempio a Milano.

Il dito è puntato contro l’incuria dell’amministrazione comunale. «Davanti ad una scarica di corrente per strada ai danni di un cagnolino in una pozza d’acqua si può fare ben poco – dice Gridavilla – il padrone non ha modo e tempo di intervenire e l’animale è come ovvio sprovvisto di protezione e possibilità d’azione».
S.Bac.

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