Il cardinale: «Sarà un autunno difficile. Restiamo amici e aiutiamoci»

Giornata della Riconoscenza La celebrazione per la protezione che il Crocifisso diede alla città di Como durante la guerra. Monsignor Cantoni: «Abbiamo il dovere di sentirci in tutti responsabili e coinvolti»

«I tempi che stiamo attraversando, con le diverse problematiche e tensioni che tutti conosciamo, le prospettive di un autunno difficile per tutti, suscitano il dovere di sentirci in tutti responsabili e coinvolti». IL cardinale Oscar Cantoni torna a parlare di collaborazione, responsabilità e amicizia. E lo fa in occasione della messa durante la Giornata della Riconoscenza al Crocifisso della nostra città.

Un appuntamento tradizionale, durante il quale i comaschi ringraziano per la protezione che il Crocifisso, venerato nella Basilica di viale Varese, assicurò durante la Seconda guerra mondiale. All’inizio della liturgia, il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, a nome dell’intera cittadinanza, ha offerto il cero votivo che, per tutto l’anno, è acceso sull’altare insieme al cero pasquale.

«Oggi per noi è giorno di memoria, tempo di intercessione - ha detto nell’omelia monsignor Cantoni - I tempi che stiamo attraversando, le prospettive di un autunno difficile per tutti, mentre suscitano il dovere di sentirci in tutti responsabili e coinvolti, ci invitano, nello stesso tempo, ad affidarci a Dio, che guida segretamente al bene la storia dei popoli, come quella di ciascuno di noi. Pregare non significa per nulla delegare a Dio le nostre responsabilità. L’uomo deve fare la sua parte. Il suo impegno è doveroso e imprescindibile». Commentando la lettura del Vangelo, il cardinale ha poi voluto dare l’immagine di come dovrebbero comportarsi gli amministratori e gli uomini di comando, così come tutte le persone in generale: «Si tratta di un uomo che sa organizzarsi, che cerca con intelligenza e scaltrezza le vie più opportune per uscire dalla sua attuale situazione difficile in cui viene a trovarsi, che confida nell’amicizia tra le persone, per cercare soluzioni appropriate e dignitose per il suo futuro. È un uomo che non si lascia abbattere dalle difficoltà presenti, che non si accontenta del suo passato, ma che sa cercare alleanze che gli consentono di progredire, facendo in modo che anche le ricchezze siano trasformate in strumenti di solidarietà e di fraternità».

La chiusura è un richiamo alla solidarietà tra tutti: «Il Signore benedica e promuova i nostri propositi di impegno per contribuire al progresso della pace e della felicità di tutti i nostri concittadini, in uno spirito di vera solidarietà».

La Giornata della Riconoscenza riporta la memoria alla seconda Guerra mondiale, e più precisamente nel freddissimo 3 gennaio 1943 quando i comaschi vollero recare il Crocifisso in corteo. La Convalle fu risparmiata dalla violenza. L’allora vescovo monsignor Alessandro Macchi trovò consenso unanime quando attribuì al Crocifisso questa grazia, insieme a una gratitudine profonda. Il 17 giugno 1945 il Vescovo Macchi invitò a Como il cardinale Ildefonso Schuster, metropolita di Milano e futuro beato, perché incoronasse, in Cattedrale, l’effigie del Signore Gesù appeso alla Croce. La corona d’oro reca sulla base l’iscrizione: i cittadini di Como ringraziano Te, che li proteggi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA