Il vescovo ai ragazzi: «Fatevi domande»
A Lisbona messa per 400 comaschi

Giornata mondiale della gioventù Oggi la celebrazione di Papa Francesco. Cantoni: «Cogliete il suo messaggio, siamo dei privilegiati»

«Fatevi domande, perché sono importanti se non volete restare superficiali». Ieri il vescovo di Como, Oscar Cantoni, ha celebrato la messa con i 406 ragazzi della diocesi, in pellegrinaggio a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù. La celebrazione conclude i giorni di preparazione con la catechesi e i momenti di vita comunitaria in vista dell’appuntamento più atteso, quello della messa con Papa Francesco che sarà celebrata stamattina al Campo da Graça.

«Oggi ho occasione di essere un pastore che va in cerca delle sue pecorelle - ha detto Cantoni nell’omelia - e questo si verifica in questo momento con voi e per voi. Ciascuno di voi può fare la stessa esperienza, perché ciascuno può sentirsi cercato. La Chiesa è un popolo, una famiglia di persone tutte accolte dall’amore del Signore che ci fa sentire preziosi al cuore di Dio. Tutti noi abbiamo bisogno di sentire questa consolazione e questa certezza».

Il cardinale Cantoni ha poi raccontato di essere stato a Fatima nei giorni precedenti, dove ha potuto osservare le tante persone arrivate in pellegrinaggio. «Dovete osservare anche voi questa miriade di persone, compagni di viaggio e di strada, e domandarvi cosa li muove, perché sono venuti, cosa cercano. Sono le stesse domande che dovete fare a voi stessi anche in un’esperienza così bella e gioiosa. Le domande di tutti sono le domande di ciascuno. Fatevi domande, perché sono importanti se non volete restare superficiali. L’augurio è che insieme all’essere cercati possiate anche farvi le domande più profonde del cuore».

Poi un pensiero è andato ai ragazzi ucraini e russi, anche loro presenti alla Giornata Mondiale della Gioventù. «Mi turba il pensiero di questi ragazzi che vivono situazioni di guerra. Ma è possibile oggi, nel nostro tempo e con il benessere che viviamo, respirare questo clima di guerra? Ho parlato con il cardinale Zuppi che è andato in Ucraina, a Mosca, negli Stati Uniti, per cercare persone che vogliono e costruiscono la pace. Ciascuno di noi ha le sue ferite. Dobbiamo lasciarci trasformare da quello che viviamo in questi giorni e dalla gioia che viene dal cuore e portare speranza a chi non è presente».

Infine, un appello e una raccomandazione per vivere pienamente l’incontro con il Papa: «Francesco non è un leader massimo. È un pastore e una persona straordinaria. Cogliete il suo messaggio, che è indirizzato proprio a noi che siamo qui in questo momento. È questo il nostro dovere per non essere superficiali. Siamo dei privilegiati che hanno avuto un’occasione straordinaria, e non è un dono per noi stessi solamente ma è un dono per tutti».

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