Insubria, bufera sui concorsi pubblici
Un’altra commissione dice addio

I professori nominati per scegliere un ricercatore in greco dimessi in massa

La mattina del 15 febbraio, due mesi dopo la loro nomina, il professor Carmine Catenacci ordinario dell’università di Chieti e Pescara, il professor Luca Bettarini , associato de La Sapienza e la professoressa Daniela Milo , associata dell’università Federico II di Napoli, si sono incontrati per procedere alla valutazione preliminare dei candidati a un posto di ricercatore in lingua e letteratura greca per il Dipartimento di scienze umane della sede comasca dell’università dell’Insubria. Due settimane dopo formalizzavano le dimissioni in massa rinunciando all’incarico.

Ben due dei quattro bandi per altrettanti posti da ricercatore, voluti dai vertici di scienze umane, sono finiti su un binario morto. Evidenziando così come le tensioni degli ultimi mesi all’interno dell’Ateneo comasco-varesino, e deflagrate in modo particolare in un vero e proprio scontro tra il rettore e il suo vicario comasco, nascondono in realtà una situazione ben più complessa. Situazione, peraltro, finita anche sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di finanza. Fiamme gialle interessate, a quanto si è appreso - anche dopo le convocazioni di persone potenzialmente informate sui fatti - sull’andamento di tutti e quattro i concorsi: quello per un posto da ricercatore in inglese, in greco (appunto), in letteratura italiana contemporanea e in storia contemporanea. Quest’ultimo concorso, oltre a greco, saltato per le dimissioni in massa della commissione d’esame.

Dimissioni - quelle del concorso in storia - arrivate dopo che gli stessi commissari avevano già iniziato i lavori di valutazione e redatto il verbale di definizione dei criteri di valutazione stessa. Quindi, meno di tre settimane più tardi, la professoressa Daniela Preda , il professor Filippo Maria Giordano e la professoressa Maria Teresa Giusti (quest’ultima commissario designato dalla stessa Insubria) avevano formalizzato il loro addio, costringendo l’ateneo a nominare dei nuovi commissari.

Più fonti confidenziali, incontrate nelle ultime settimane da La Provincia, avevano riferito come all’interno della stessa università su quei concorsi fosse già noto il nome del candidato che avrebbe dovuto vincere. Per quanto riguarda il concorso in lingua e letteratura greca quel nome è stato addirittura messo nero su bianco in una lettera anonima, girata via mail tra numerose università italiane. Ora, se sia stato per queste voci piuttosto che per altre motivazioni che le commissioni giudicatrice si siano dimesse, non è dato saperlo. Certo è che le dimissioni in massa di ben due commissioni a poca distanza l’una dall’altra è di un caso decisamente raro. Che si inserisce in un’altra circostanza non così comune, e che sta facendo discutere all’interno dell’Ateneo. Sul concorso di inglese, uno degli altri due posti per ricercatore che sono invece giunti alla scelta del vincitore, si è registrato il ritiro delle domande di partecipazione al bando da parte di ben 4 candidati sui 6 che avevano risposto per tentare di entrare all’Insubria.

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