La vendita di libri di testo usati è in cresciuta in Italia, a Como però si fa attenzione alla qualità

Parola all’esperto Edoardo Scioscia, amministratore delegato di Libraccio, spiega come la tendenza nazionale sia sempre più orientata all’acquisto di libri di testo di seconda mano, anche se a Como si è più selettivi

Il problema “caro libri” si fa sentire anche a Como, come vi abbiamo raccontato un paio di giorni fa - «Scuole superiori, fino a 561 euro per acquistare i libri» - e l’acquisto dei libri di testo per la scuola diventa facilmente una delle voci di spesa più impegnative per il bilancio casalingo.

Per l’adozione dei libri di testo le indicazioni per le scuole risalgono a una nota del 2014, che determina i prezzi dei libri per le scuole primarie e i testti di spesa per le scuole secondarie. Tetti di spesa che, per ragioni motivate dai docenti, possono essere superati entro il limite massimo del 10% ma, come vi raccontavamo, stando al parere dei presidi è praticamente impossibile non superare questa soglia, il cui livello è stato fissato ormai dieci anni fa. Una situazione che già in condizioni normali costituirebbe un problema, ma che oggi è ancora più evidente, visti gli ingenti aumenti del costo della carta a causa delle crisi dei commerci globali e l’aumento del prezzo dell’energia.

Cosa stabiliscono dunque questi tetti di spesa? Per le scuole medie un massimo di circa 294 euro per la prima, 117 per la seconda e 132 per la terza, con un incrementeo nelle scuole superiori e in particolare al liceo classico, la più costosa di tutte.

Tra le soluzioni per chi, comprensibilmente, non può o non vuole spendere cifre così esorbitanti per i libri di testo, c’è naturalmente l’opzione dell’usato. «La richiesta è altissima - spiega Edoardo Scioscia amministratore delegato di Libraccio- e anzi tendenzialmente in crescita in tutta Italia, tant’è che se avessimo il doppio dei libri usati li venderemmo tutti». La crisi pandemica ha certamente influito su questo trend, lasciando molte famiglie in situazioni economiche meno stabili rispetto al periodo precedente l’era Covid.

Appunti a mano, ma attenzione alla qualità dell’usato

E anche se esiste la dote scuola, spesso affiancata da soluzioni di solidarietà ideate dai singoli istituti, il dato conferma una crescente difficoltà da parte delle famiglie di fare fronte al costo rappresentato dai libri da infilare nello zaino. E se è vero che qualcuno invoca una maggiore digitalizzazione, Scioscia sottolinea: «Sono molti gli studenti che continuano a sottolineare sulle pagine e a prendere appunti a mano: il digitale a scuola rappresenta solo il 4/5% delle soluzioni adottate in termini di libri di testo, proprio perchè l’uso di penna e matita favorisce l’apprendimento e la memorizzazione».

Penna e matita che però non fa mai troppo piacere trovare sui propri libri, ecco perché in certi casi e in certe aree in particolare - tra queste anche quella comasca - si deve essere più selettivi nell’accettare i libri usati da rivendere poi alle famiglie: «Anche nel nostro negozio a Como, che esiste tra l’altro da 32 anni, rileviamo una richiesta di usato in crescita, ma con una particolare attenzione alla qualità dei testi da acquistare, anche quando si tratti di seconda mano».

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