L’accusa dei giovani: «Como non ci vuole, in tanti fuggono»

Il caso La lettera dei ragazzi di FuoriFuoco: 450 firme: «Giovani che ne sono andati anni fa ci stanno scrivendo. Città immobile, zero spazi di socialità: è una casa vuota». Cosa dovrebbe fare Como per i giovani secondo voi? Raccontatecelo qui

La nostra non è una città per giovani: la lettera aperta dei ragazzi di “FuoriFuoco” incassa centinaia di firme e tante testimonianze di persone fuggite da Como. La scorsa settimana l’associazione giovanile, con tutti i permessi del caso, ha proiettato un documentario e poco dopo le nove ha organizzato un concerto. Zona via Santo Garovaglio, sabato sera, una cinquantina di partecipanti. Non esattamente un chiassoso rave illegale. Verso le nove e mezza però il vicinato ha chiamato la polizia lamentano il disturbo della quiete pubblica.

FuoriFuoco ha poi pubblicato una lettera aperta alla città dal titolo “Spiegateci cosa può fare un giovane a Como”. Questa sorta di petizione in poche ore ha raccolto oltre 450 nomi e cognomi, una solidarietà inattesa è arrivata da parte di tanti comaschi ed ex comaschi. Nei messaggi in particolare si leggono una novantina di storie di ragazzi e ragazze che hanno fatto le valigie, che hanno lasciato Como e provincia perché luoghi poco ospitali e attrattivi per gli under 30.

« I numeri dei giovani che lasciano Como, la città capoluogo e molto peggio la provincia, indicano uno scenario senza futuro, colpa della fuoriuscita di molte persone con prospettive e ambizioni»

«La nostra lettera aperta non era indirizzata a qualcuno in particolare – racconta Tommaso Siviero, uno dei fondatori di FuoriFuoco – eppure gli attestati di solidarietà continuano ad arrivare ora dopo ora. Stiamo raccogliendo le testimonianze di chi è partito, una novantina di giovani che si sono allontanati per sempre da Como perché reputano la città poco attrattiva».

Non solo, sia chiaro, per gli intrattenimenti serali, ludici e culturali. Il nostro territorio non è considerato da molti giovani adatto a crescere e a far maturare i propri talenti. Per gli studi universitari e per le opportunità professionali. Questi cittadini del futuro mettono radici altrove. Il tema non è nuovo, la politica locale si interroga da anni. «La riflessione che lanciamo parla chiaramente di emigrazione giovanile – dice Siviero – un argomento molto poco considerato e seguito, ma che invece a nostro parere rappresenta un problema grosso, cruciale. I numeri dei giovani che lasciano Como, la città capoluogo e molto peggio la provincia, indicano uno scenario senza futuro, colpa della fuoriuscita di molte persone con prospettive e ambizioni». Così si legge in calce alla lettera aperta pubblicata da FuoriFuoco.

«Fa sempre una grande rabbia sapere che tutto è immobile e che la città si oppone ostinatamente al cambiamento»

«Purtroppo noi giovani lasciamo questa bella città, io compresa, perché non l’abbiamo mai potuta sentire nostra. Como è ormai come una casa vuota», scrive Valentina. «Io sono uno dei tanti giovani comaschi scappati dalla città, non per mancanza di lavoro, sono un giovane medico, ma per mancanza di possibilità di socialità», dice Alessandro. «Fa sempre una grande rabbia sapere che tutto è immobile e che la città si oppone ostinatamente al cambiamento», dice Alessandra, da anni residente all’estero, tornando di tanto in tanto nella sua città Natale.

«Siamo una giunta giovane e intendiamo rendere la città più giovane – dice Enrico Colombo, assessore alla Cultura e al Turismo – al netto dei vicini di casa promuoveremo rassegne cinematografiche ed eventi. Cercando di trovare un equilibrio tra le ambizioni dei ragazzi e delle ragazze, le esigenze dei visitatori e le richieste dei residenti. Questa è una sfida importante che intendiamo accogliere e affrontare».

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