Lago, livello al minimo storico. Il Consorzio dell’Adda chiude i rubinetti

Siccità Giovedì mattina toccati i 34,5 cm sotto lo zero idrometrico, non si può scendere sotto i -40. L’unica alternativa è diminuire il deflusso, solo così - spiega il direttore del Consorzio, Luigi Bertoli - la discesa in pochi giorni si arresterà.

Sono due i punti fermi messi ieri dal Consorzio dell’Adda e da Regione Lombardia nella complessa (e preoccupante) vicenda legata alla picchiata del livello del lago, che nel tardo pomeriggio di mercoledì si attestava a meno 32,6 centimetri sotto lo zero idrometrico e che giovedì mattina ha toccato i meno 34,5, superando il record negativo per il periodo dal dopoguerra.

«Abbiamo già ridotto il deflusso, passando da 162 metri cubi al secondo a 156,9 metri cubi al secondo. E così faremo domani (giovedì, ndr) e venerdì, con il deflusso che nelle prossime 24 ore si attesterà attorno ai 140 metri cubi al secondo e in proiezione venerdì attorno ai 135 metri cubi al secondo - le parole del direttore del Consorzio dell’Adda,Luigi Bertoli - Di fatto, la discesa del livello del lago si arresterà, ricordando che non possiamo andare oltre i meno 40 sotto lo zero idrometrico. Non saranno molto contenti a valle, ma questa oggi è la situazione. Non abbiamo alternativa se non quella di diminuire il deflusso».

Il 2022 è l’anno peggiore di sempre

Per dare la dimensione del particolare momento storico che stiamo vivendo, basti pensare che dall’inizio delle rilevazioni (datato 1946) questo primo scorcio di 2022 resta l’anno peggiore quanto a precipitazioni, con il capoluogo fanalino di coda sul territorio provinciale con i suoi 222,5 millimetri di pioggia caduti dal 1° gennaio.

L’altro punto fermo porta la firma dell’assessore regionale con delega agli Enti locali, Massimo Sertori, che in una nota inviata ieri pomeriggio a “La Provincia” ha confermato - in base ad un secondo accordo con i concessionari idroelettrici che gestiscono le grandi dighe in Valtellina e in Valchiavenna - «la prosecuzione del rilascio dello stesso quantitativo d’acqua (4 milioni di metri cubi al giorno) fino alla fine del mese di luglio».

«In questi giorni stiamo chiedendo ai gestori delle dighe di concentrare e aumentare ulteriormente i rilasci nei prossimi sette giorni, fondamentali per portare a compimento la prima stagione irrigua ed a mantenere il lago di Como ad altezze accettabili - la chiosa dell’assessore Sertori - Nella giornata di domani (oggi, ndr) abbiamo convocato un incontro con i concessionari idroelettrici per fare il punto della situazione su tutto il territorio regionale. Stiamo cercando di gestire al meglio la poca risorsa idrica disponibile».

Il confronto agghiacciante coi numeri degli scorsi anni

La situazione resta difficile - basti pensare numeri alla mano che il 6 luglio dello scorso anno il Lario si trovava a +64,6 sopra lo zero idrometrico e il deflusso era pari a +225,5 metri cubi al secondo - ed anche per questo motivo l’utilizzo dell’acqua degli invasi alpini rappresenta l’unica strada veramente percorribile a fronte di previsioni che non indicano nuove precipitazioni da qui ai prossimi giorni. E proprio sulle riserve degli invasi, ieri ha acceso i riflettori il Movimento 5 Stelle, che in una nota a firma del consigliere regionale Raffaele Erba ha fatto notare come «rispetto a tre mesi fa, le riserve sono addirittura triplicate arrivando ad immagazzinare 191 milioni di metri cubi di acqua», parlando di «strano caso che emerge e che riguarda i nostri territori». Oggi dopo l’incontro in Regione se ne saprà di più.

© RIPRODUZIONE RISERVATA