L’allarme per l’affollamento in centro
«Il contapersone, facile da riattivare»

Oggi e domani il senso unico pedonale, ma fino a pochi anni fa i sensori del Politecnico monitoravano gli accessi alla città murata

Oggi pomeriggio scatta il senso unico pedonale nella vasca, certo che fino a pochi anni fa Como in centro contava in tempo reale i flussi e le presenze con dei semplicissimi occhi bionici.

Oggi e domani dalle 14.30 alle 19.30 i pedoni in centro potranno circolare soltanto in senso antiorario sul quadrilatero via Vittorio Emanuele, via Cinque Giornate, via Luini e via Indipendenza. Così ha deciso il Comune su indicazione della Prefettura, si tratta di una soluzione di cui si discute da parecchi mesi per evitare eccessivi assembramenti, e che è stato necessario adottare dopo che nello scorso weekend, appena scattata la “zona gialla”, il centro si è riempito di una folla indifferente a ogni regola di distanziamento.

Ma per monitorare accessi e presenze in città murata la nostra città almeno fino al 2016 aveva installato dei sensori capaci di calcolare ingressi e uscite negli snodi principali. In particolare in piazza Duomo e in piazza Grimoldi, verso il lungolago e Palazzo Cernezzi.

Un gruppo di ingegneri del Politecnico aveva costruito per conto dell’amministrazione dei servizi da smart city, utili soprattutto durante la Città dei Balocchi. I sensori contavano le persone, erano capaci di riconoscere dall’altezza persino i bambini, potevano essere potenziati per tenere sotto controllo gli ingressi anche nei singoli negozi. In parallelo monitoravano anche le celle telefoniche e i social network per carpire il gradimento dei turisti nel rispetto della privacy.

«E saremmo in grado di farlo ancora – spiega il professor Emanuele Della Valle – non ci vuole molto, direi una giornata di lavoro di un elettricista. Si tratta di montare dei fili sulle luminarie e di acquistare di nuovo alcuni sensori. Non è una spesa molto onerosa. Per una vita larga come via Volta servirebbero circa 3mila euro, per una stretta come via Cinque giornate ne bastano mille. Noi ingegneri del Politecnico nel frattempo abbiamo ceduto la società che gestiva il servizio, ma saremmo comunque capaci di offrire subito gli stessi strumenti. Ormai sono diventati dei programmi abbastanza diffusi, in tante città d’Europa e del mondo, diverse aziende li propongono».

Non è fantascienza, si potrebbero mettere dei semafori verdi e rossi per regolare gli accessi, valutando gli assembramenti nell’immediato e con puntualità. Un progetto che potrebbe essere rispolverato e che potrebbe aiutare a gestire in modo pressoché scientifico il problema degli affollamenti in centro.

«Non ci vuole molto a rimettere in piedi il sistema – dice Lorenzo Spallino, all’epoca assessore all’urbanistica – è una cosa abbastanza banale. Un sensore peraltro fuori dal portone del Comune c’è ancora. Gli altri immagino siano stati disattivati. Si potrebbero installare lungo la vasca per regolare gli afflussi ed evitare troppe presenze».

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