L’arte di Pietro, giovane autistico: si laurea e inaugura la sua mostra

La storia La laurea in pittura e messaggi visivi allo Ied e, nella stessa giornata, l’inaugurazione della sua prima mostra, col patrocinio del Comune di Como

Pietro Turati ha 23 anni compiuti il 15 aprile. Quando era piccolino, gli fu diagnosticato un problema legato allo spettro autistico. Un percorso ad ostacoli, per lui e per la sua famiglia, in un mondo che è complicato per chi deve convivere quotidianamente con una realtà non costruita su misura per lui, ma secondo altri canoni e criteri spesso incomprensibili.

Una giornata unica

Ieri, quella di Pietro è stata però una giornata unica, che merita di essere raccontata dalla mattina alla sera. Perché nel giro di poche ore si è laureato allo Ied di Como in un corso di laurea triennale sulla pittura e i linguaggi visivi, e ha anche visto – in serata - l’inaugurazione della sua prima mostra personale allo “Spazio Natta” di via Natta al numero 18. Una quarantina di opere, con anche un catalogo con la prefazione scritta dall’ex assessore alla Cultura di Palazzo Cernezzi, Sergio Gaddi (presente all’inaugurazione anche l’attuale assessore, Enrico Colombo).

Esposizione aperta fino a sabato

L’esposizione, che merita davvero di essere vista, rimarrà aperta fino alla giornata di sabato, ed è possibile accedervi tutti i giorni dalle 11 alle 19. L’ingresso è libero e la mostra ha ottenuto il gratuito patrocinio da parte del Comune di Como.

Una giornata lunghissima, per Pietro, emozionato e supportato dai genitori, dai partenti e dai due fratelli. Ore di tensione emotiva aperte subito alla mattina, con la visita della mostra da parte della commissione chiamata poi a giudicarne anche il percorso universitario. A cavallo di mezzogiorno la lettura della tesi, il voto di 105 su 110 e ieri sera, alle 18, l’inaugurazione pubblica della sua esposizione dal titolo “Animus, dall’ombra al colore”.

«Siamo contentissimi – ci ha detto mamma Nicoletta Sanguinetti – Pietro era molto emozionato. Abbiamo voluto fare l’inaugurazione della sua prima mostra personale nello stesso giorno nella tesi, non è stato casuale. Anche l’orario scelto non lo è, le 18. Perché ieri era il 18 luglio, il numero civico dello Spazio Natta è il 18 e il numero 18 ho letto che significa prosperità e fortuna per un nuovo inizio».

«La commissione è venuta alla mostra – prosegue la mamma di Pietro – ed è rimasta impressionata dai suoi lavori. Come è nata la passione di Pietro per la pittura? Da sola. Alle elementari disegnava trenini e dinosauri, erano meravigliosi, le sue maestre se li facevano regalare. Poi alle medie, alla “Foscolo”, durante le ore di arte hanno cercato di aumentare le sue capacità. Le superiori le ha fatte al “Carcano”, con indirizzo grafico. Aveva doti impressionanti. Per entrare allo Ied gli diedero da riprodurre un quadro di Picasso: lo fece in 10 minuti e rimasero tutti a bocca aperta». Pietro ha un modo di disegnare tutto suo: «Non cancella mai, disegna subito così come viene, fatto e finito».

Il lampo creativo

Un lavoro che Gaddi ha definito come «il lampo del momento creativo, diverso dagli altri, che dà una scossa immediata verso la conoscenza attraverso il filtro di quell’animus che ispira il titolo della sua mostra».

«L’arte – prosegue l’ex assessore - è un evento istantaneo e, per la sua velocità di concentrazione, violento; la seduzione della sua completezza sta tutta in questa dimensione, libera e indipendente. Il colore e il tratto deciso di Turati sono esplosioni di energia vitale che l’artista trasmette con tutta la lacerazione della sua anima. Disegna il mondo come gli piace, non cade nella maniera e supera le trappole sempre insidiose del concettuale senza concetti, del segno senza significato e dell’allusione senza contenuto».

Di certo, il percorso di Pietro lascia senza parole e, ci premettiamo, è anche fonte di speranza per tante famiglie che magari si trovano solo all’inizio di quella stessa e complicata via che porta il nome di autismo. Potranno farlo, anche grazie a Pietro, sapendo che in fondo al tunnel potrà esserci luce e non per forza buio. Un cammino in grado di portare “dall’ombra al colore”.

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