
Cronaca / Como città
Lunedì 28 Luglio 2025
L’estate dei cani in fuga: che paura per Coco, riacciuffato tra i boschi
La storia Nell’estate dei cani abbandonati (e della segnaletica stradale oscurata dai manifesti), ecco la storia di Coco, un’altra avventura a lieto fine esattamente quanto quella di Adone
Como
Nell’estate dei cani abbandonati (e della segnaletica stradale oscurata dai manifesti), ecco la storia di Coco, un’altra avventura a lieto fine esattamente quanto quella di Adone, il bel meticcio che i più attenti ricorderanno ritrovato in Val Mulini dopo parecchi giorni di ricerche (e di manifesti).
Anche per Coco, per il suo padrone Mark e per i tanti volontari che si sono mobilitati sulle sue tracce (un plauso va a Debora, dice Mark), anche per tutti loro c’è stato un bel po’ da faticare e qualche giorno da attendere, non senza avere distribuito un altro po’ di manifesti appesi a tutti i possibili incroci, a tutte le possibili rotatorie perché il messaggio passasse nel modo più “rumoroso” possibile. «Ritrovarlo è stata un’emozione fortissima, da farmi scoppiare il cuore», racconta il suo padrone, 24 anni, che per ritrovarlo si è fermato anche di notte nei boschi tra Monte Olimpino e Sagnino. Del resto i presupposti perché la fuga di Coco finisse maluccio c’erano tutti: non solo era scappato lungo i binari della stazione di San Giovanni(era giovedì 17), ma qualcuno lo aveva anche visto dirigersi verso il tunnel, non esattamente il luogo più sicuro in cui andarsi a infilare.
Le ricerche si sono attivate con il coinvolgimento di parecchi volontari: «Abbiamo chiesto aiuto un po’ a tutti - racconta Mark -, abbiamo contattato i macchinisti, la polizia ferroviaria, gli addetti alla manutenzione della linea che si sono offerti di verificare i binari, tutti sono stati davvero gentili». Una tra le tante segnalazioni ricevute ha spinto Mark verso Cardina, dove Coco era stato segnalato nelle vicinanze del ristorante Crotto del Lupo. «Nei boschi abbiamo incontrato un residente che ci ha confermato di averlo visto.Non ci siamo più mossi da lì».
Per riuscire a ritrovarlo, Mark e Debora - una specialista nelle ricerche di questo tipo - hanno fatto ricorso a cibo e fototrappole, oltre che a una gabbietta in cui il fuggitivo, attratto dal cibo, avrebbe potuto restare felicemente imprigionato. «Ha piovuto parecchio, la scorsa settimana, e il maltempo non ha giovato, specie di notte, ma lui c’era, e la prova sono state le immagini scattate proprio dalle fototrappole, la prova che lui era proprio in quei boschi». L’epilogo venerdì scorso, sotto un cielo ancora minaccioso e ancora ricoperto di nubi cariche di pioggia: «Me lo sentivo - dice ancora Mark -, sapevo che ormai mancava pochissimo. E infatti, mentre camminavo verso la macchina, ho sentito dei passi dietro le spalle. Mi sono voltato e l’ho visto corrermi incontro. Non lo dimenticherò mai».
Mark, ovviamente, ringrazia tutti coloro che gli hanno dato una mano. La storia di Coco, così come del resto quella di Adone, ha fatto il giro del web e dei social. Centinaia di commenti, centinaia di like. Degni delle storie a lieto fine.
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