Maestra contro i compiti
«Troppi fanno male»

Una sola insegnante di Como nella rete nazionale che si batte per abolire i carichi scolastici a casa

“Basta compiti”, la proposta ha fatto breccia tra i genitori, ma non tra i docenti. Il movimento per abolire i compiti a casa ha festeggiato di recente il superamento della quota 10mila iscritti, adesso siamo già a 11mila.

Ma il fondatore, il dirigente scolastico originario di Pontremoli Maurizio Parodi, sottolinea come la proposta sia supportata con forza da mamme e papà, ma da pochissimi insegnanti. A Como una soltanto, con posizioni per altro più moderate e meno audaci. «Nonostante il grande coinvolgimento e interessamento dei genitori – racconta Parodi, preside e pedagogista – i nostri riscontri non sono entusiasmanti. Sono le mamme a manifestare un forte disagio verso un carico eccessivo di compiti, giudicato soverchiante e insopportabile. “Basta compiti” ha 11mila utenti, ma il gruppo tecnico di professionisti, quindi di insegnanti e dirigenti, è composto solo da 132 persone. Siamo troppo pochi».

A Como c’è una sola docente che è iscritta il gruppo. «Dirò di più, ci sono anche tanti genitori che i compiti li vogliono – spiega l’insegnante delle primarie di via Perti – sono convinti che servano agli alunni per imparare a gestire i carichi di lavoro, magari in preparazione alle scuole secondarie. Io sono più moderata rispetto all’abolizione totale dei compiti, credo possano auto-responsabilizzare se assegnati con parsimonia, di certo sono fondamentali nei percorsi liceali. Io per esempio do ai bambini un compito alla settimana, il quaderno si prende al lunedì e si restituisce al lunedì successivo. Con una, una sola scheda d’esercizio, è un rinforzo, bastano trenta secondi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA