Maturità, il via fissato per il 16 giugno
Solo prove orali e una relazione scritta

Per il secondo anno consecutivo esame con modalità diversa per 3mila studenti - Presidi concordi sulla decisione: «È la soluzione migliore e non c’erano altre alternative»

Come recita il detto antico, si fa di necessità virtù. Anche la scuola, ai tempi del Covid, deve abituarsi a una nuova normalità. Così, il 16 giugno, per il secondo anno consecutivo, circa 3mila comaschi inizieranno la maturità senza le prove scritte.

Come dodici mesi fa l ’esame, recitano le ordinanze pubblicate dal ministero dell’istruzione, sarà un elaborato consegnato ai consigli di classe più un orale. Le prove Invalsi non saranno requisito d’accesso e, a differenza dello scorso anno, non saranno tutti ammessi.

«Non credo si potesse fare in maniera diversa – commenta il preside del Volta Angelo Valtorta – i ragazzi hanno fatto tre mesi di dad, e non sappiamo se ne dovranno fare altri. Vista la situazione, l’orale credo sia la formula più congrua».

Dello stesso avviso anche il dirigente del Ciceri Vincenzo Iaia: «Non è proprio il massimo, ma non credo ci siano alternative – aggiunge – resta comunque un esame “zoppo” senza una prova scritta».

Per il preside del Pessina Domenico Foderaro è importante che si faccia l’esame: «Siamo dentro un momento davvero particolare – continua – e non è facile capire cosa bisogna fare. Noi, dal canto nostro, portiamo avanti le nostre attività, cercando la maggior collaborazione possibile con i ragazzi e le famiglie».

Nello specifico, l’elaborato sarà principalmente sulle discipline d’indirizzo e sarà assegnato dal consiglio di classe e dovrà essere consegnato entro il 31 maggio. Il credito scolastico avrà un peso fino a un massimo di 60 punti, mentre l’orale potrà valerne 40. La votazione finale resta in centesimi e si potrà ottenere la lode. La commissione sarà interna, con il presidente esterno.

Lo scorso anno, la maturità si svolse in presenza. Le scuole avevano sfruttato, per l’occasione, i loro spazi più grandi. Il Volta, per esempio, aveva ospitato le commissioni nella grand’aula, nell’aula Benzi e nell’ex palestrina.

Bisogna vedere se saranno confermate, ma le linee guida di dodici mesi fa obbligavano gli istituti a prevedere ingressi scaglionati, con i candidati a scuola solo 15 minuti prima dell’orario di convocazione. Aule sanificate, mascherine per commissari e studenti, ma solo per entrare e uscire dall’istituto: durante il colloquio non erano obbligatorie.

Contava la distanza di almeno due metri tra i professori e lo studente. Le operazioni di pulizia venivano effettuate ogni giorno (erano operazioni di igienizzazione, non sanificazione). Ciascun commissario aveva dovuto dichiarare di non avere sintomi, temperatura superiore a 37.5 gradi e non essere stato a contatto con persone positive (per quanto ne sappia, ovviamente).

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