Medici e infermieri scelgono la Svizzera
«Grave carenza, incentivi per trattenerli»

Il medico che lavora in Ticino: «Sono le conseguenze di anni di mancati investimenti e tagli»

Como

Un incentivo economico per trattenere i sanitari comaschi ed evitare che scelgano la Svizzera.

Una delle ragioni della cronica penuria di sanitari sul nostro territorio è la continua fuoriuscita di medici e infermieri diretti oltre confine, attratti da stipendi molto più alti. Sul tema alla direzione dell’Asst Lariana è stata avanzata una proposta. «Occorre trovare degli strumenti economici – dice Massimo Coppia , Uil del Lario, rappresentante della Rsu - Un’indennità di prossimità per evitare le dimissioni volontarie dei sanitari verso la Svizzera. Abbiamo chiesto anche all’ex azienda ospedaliera di segnalare alla Regione questa grave problematica».

Nel 2021 sono cessate 283 posizioni tra i sanitari in forze all’Asst Lariana, in attesa dei nuovi concorsi per esempio per gli operatori sociosanitari e dell’arrivo dei nuovi infermieri di famiglia.

«La Svizzera storicamente richiama un grande bacino di colleghi italiani - spiega Adriano Martinelli , storico pneumologo comasco da anni operativo anche in Ticino – prima della pandemia il flusso non sembrava così significativo, ora però il personale negli ospedali e negli ambulatori è così carente che il problema è diventato evidente se non drammatico. Tutto ciò è il frutto di anni di mancati investimenti e tagli. Si aggiungano le condizioni di lavoro ormai insostenibili per colpa del Covid. La pressione per chi è rimasto è sempre peggiore».

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