Migliora la qualità delle acque del lago
Il problema: «Troppe microplastiche»

I dati di Legambiente diffusi ieri in un convegno dedicato a “Como città d’acqua” - Preoccupa ancora il Ddt

Como

Come sta il Lago di Como? Ha provato a darne risposta Legambiente con un convengo intitolato “Como città d’acqua”, svoltosi ieri mattina alla Fondazione Ca’ d’Industria. «L’idea è quella di rendere sempre più consapevole la città sull’importanza di avere acque pulite, ecco perché abbiamo deciso di organizzare un incontro per informare» ha detto la presidente del circolo “Angelo Vassallo” Legambiente Como, Chiara Bedetti.

Fabio Buzzi, di Arpa Lombardia ha spiegato così lo stato di salute ecologico e chimico del Lario, prendendo a riferimento tutti gli studi del centro regionale: «Non abbiamo ancora raggiunto il livello di buono stato, che è l’obiettivo per il 2027, nonostante la situazione sia in miglioramento, quindi, c’è ancora da lavorare».

Anche perché esistono alcuni componenti, come il Ddt, che nonostante l’uso vietato 40 anni fa, continuano a rimanere nelle acque: «Li chiamo componenti boomerang, perché tornano sempre indietro. È vero, ormai sono 40 anni che non viene usato, ma i suoi effetti li vediamo ancora, questo non va bene, stiamo cercando di studiare un rimedio che possa migliorare le condizioni dell’acqua» ha spiegato Roberta Bettinetti, del dipartimento di scienze teoriche e applicata dell’università dell’Insubria. Altro tema trattato è quello dell’inquinamento da microplastiche. Un nuovo fenomeno che negli anni sta assumendo sempre più rilevanza: «Come Goletta dei Laghi dal 2016 effettuiamo una serie di rilievi su tutti i maggiori laghi italiani». Ha detto la responsabile scientifica Stefania De Vito: «Ci occupiamo del Lario dal 2017 facendo rilevamenti statici. I riscontri che abbiamo ci dicono che la percentuali di microplastiche è elevata, ma è difficile fare una stima precisa dato che siamo solo a inizio rilevamento. Quello che possiamo dire però è che forse c’è la necessita di apportare delle modifiche agli impianti di depurazione, che spesso non riescono a combattere questo problema». Infine Giorgio Ghiringhelli, presidente di Ars Ambiente, ha parlato della nuova applicazione per monitorare l’abbandono dei rifiuti. Si chiama “Puliamo il mondo” e serve per segnalare e monitorare l’abbandono di rifiuti: «Il lettering, ossia il buttare a terra piccoli rifiuti, ha un costo enorme per la società. Bisogna cambiare mentalità e capire l’importanza di tenere il mondo pulito. Con questa App si ha la possibilità di segnalare con foto e geolocalizzazione ogni tipo di rifiuto abbandonato».

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