Mille scatole solidali
«Che risposta da Como»

Un regalo a chi è maggiormente in difficoltà: «Ne sono arrivate così tante che ho smesso di contarle»

«Dopo aver superato le mille scatole, ho smesso di contare». È stato un anno complicato per tutti, ma alcuni hanno subito in misura maggiore l’urto della pandemia, anche da un punto di vista economico.

Sono aumentate, e il numero è destinato solo a crescere, le famiglie in difficoltà sul nostro territorio. Ma, come già in altre occasioni, i comaschi hanno dimostrato la propria solidarietà con un piccolo, ma prezioso gesto: un regalo per chi, con tutta probabilità, durante queste feste non ne riceverà.

Il progetto

“Scatole di Natale” è un progetto di solidarietà nato dall’iniziativa di una ragazza di Milano e che, spontaneamente e grazie al tam tam dei social, è arrivato ovunque. A Como, è stato portato da Annachiara Cardiello: «Avevo visto l’iniziativa – racconta – c’era un punto di raccolta in provincia, ma non a Como. In più, l’ultimo dpcm impediva il movimento fra Comuni. Quando l’organizzatrice del progetto, Marion Pizzato, mi ha chiesto di iscrivermi fra le referenti per Como, non ci ho pensato nemmeno un minuto e mi sono buttata in questo progetto da incosciente, ascoltando cuore e pancia, come spesso faccio, senza pensare a cosa avrebbe comportato in termini d’impegno e tempo. Così ho scritto un post e l’ho condiviso sul gruppo Facebook “6 di Como se”: da quel momento in poi, han fatto tutto gli altri, condividendo il messaggio e facendolo girare».

La procedura è molto semplice: bisogna prendere una scatola di scarpe e inserire una “cosa” calda (per esempio guanti, sciarpa, cappellino, maglione, coperta), una cosa golosa (cibo non deperibile e nuovo), un passatempo, un prodotto di bellezza (ovviamente nuovo) e un biglietto gentile. C’è anche la versione “baby”: in questo caso, la cosa calda e il passatempo possono essere “usati” ma in buono stato (è meglio indicare sempre età e sesso sulla scatola), le caramelle sarebbero apprezzatissime, così come dentifrici o spazzolini per bimbi. Una volta incartata, la scatola dev’essere decorata e, in un angolo, è necessario indicare il destinatario: donna, uomo o bambino (meglio aggiungere una fascia d’età).

Risposta commovente

La risposta della città è stata ben al di sopra delle aspettative. «Ho ricevuto centinaia di messaggi e sono arrivate molte più scatole di quante me ne sarei aspettate – aggiunge Cardiello – altrimenti, mai avrei fatto la “follia” di organizzare la raccolta a casa mia. Superate le mille scatole ricevute, ho smesso di contarle. Così, ho chiesto aiuto alla Comense: ha messo a disposizione uno spogliatoio non utilizzato e, fino a ieri mattina, hanno ricevuto i “pacchetti”. Ho avuto una grossa mano da parte di conoscenti e amici». L’esempio è stato seguito e, un po’ ovunque in provincia, sono nati centri di raccolta.

In città, al momento, la raccolta è sospesa. Le scatole sono state distribuite alle suore Vincenziane, alla parrocchia di don Giusto, alla Fondazione Scalabrini, all’Opera don Guanella, al Banco di solidarietà, all’Unicef, al Comune di Capiago, alla parrocchia di Albate e alla parrocchia di Sant’Agata.

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