«No all’invasione dei frontalieri»
Per la Lega dei ticinesi ormai è psicosi

L’invito di Omar Witch, consigliere comunale a Lugano, è di accendere i riflettori sui frontalieri “dormienti”, ovvero su «quell’esercito pronto ad entrare in Ticino»

Il ragionamento di Omar Witch, consigliere comunale a Lugano in quota Lega dei Ticinesi, parte da un presupposto: «Cresce di giorno in giorno, in modo esponenziale, il numero di persone, spesso con curriculum di prim’ordine, che da oltreconfine cercano fortuna in Ticino. E questo al netto dei 63 mila frontalieri oggi già presenti nel nostro Cantone». Nasce da qui un neologismo destinato a creare un ampio dibattito lungo la linea di confine. L’invito di Omar Witch - rivolto alla politica ticinese - è di accendere i riflettori sui frontalieri “dormienti”, ovvero su «quell’esercito pronto ad entrare in Ticino».

Il politico elvetico dipinge un quadro catastrofico: «Il nostro futuro e quello dei nostri figli è a rischio. Basta scorrere i social e in particolare i gruppi dedicati ai frontalieri per notare come l’attenzione sia altissima su informazioni basilari come ottenere un permesso “G” ossia un domicilio nel raggio dei 20 chilometri dal nostro Cantone - sottolinea Witch - Ho notato annunci da tutta Italia che chiedono una camera vicino al confine. Ciò significa che vogliono fare i frontalieri».

Il consigliere comunale di Lugano della Lega dei Ticinesi non è nuovo ad alzate di scudi contro i frontalieri. Qualche mese fa ha riportato in auge uno degli slogan che aveva permesso al grande pubblico di conoscere i bellicosi propositi del partito di via Monte Boglia, allora guidato da Giuliano Bignasca (scomparso nel marzo 2013): la costruzione di un muro al confine. «Fosse per me costruirei un muro a Como ed uno a Varese», le parole di Omar Witch.

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