«Non si vende Acsm-Agam
per un piatto di lenticchie»

Il circolo Willy Brandt pubblica un documento redatto da Beppe Bellomi, componente del consiglio d’amministrazione Acsm dal 1986 al 1990 che interviene nel dibattito sulla cessione di una quota della multiutility da parte del Comune di Como

Sulla vendita di una quota di Acsm-Agam da parte del Comune di Como, il circolo culturale Willy Brandt ha pubblicato sul proprio sito e diffuso un documento redatto da Beppe Bellomi, componente del consiglio d’amministrazione Acsm dal 1986 al 1990. Ve lo proponiamo.

L’affaire ACSM

ACSM

1962

Sindaco Lino Gelpi, superando polemiche e preoccupazioni, nel 1962 il Consiglio comunale di Como vota, a maggioranza, la proposta della Giunta per costituire l’Azienda Comasca Servizi Municipali (ACSM)

1963

Il 1° gennaio 1963 l’ACSM diviene operativa.

I primi provvedimenti furono relativi al rinnovo della rete del gas ed al passaggio dalla distillazione e gassificazione da carbon fossile al metano, contestualmente l’estensione a tutta la città del servizio gas.

1970

Il 1° gennaio 1970 viene affidato ad ACSM il servizio acquedotto

Anche in questo caso da un lato occorre rinnovare reti ed impianti, dall’altro ricercare nuove risorse idriche per soddisfare l’espansione civile ed industriale di Como, trivellando nuovi pozzi.

1973

Nel corso del 1973 l’Azienda acquisisce il controllo dell’impianto di “incenerimento” dei rifiuti gestito, dal 1967, dal Comune di Como.

Anni 80

Sono gli anni che vedono l’ampliamento dei servizi forniti da ACSM.

Nel settore gas si estende la rete ai Comuni di Grandate, Montano Lucino e Casnate con Bernate.

Si ammoderna (Direttiva Seveso) e si amplia la capacità del Forno di incenerimento (Sindaco Simone). Oltre a fornire calore per il teleriscaldamento, si progetta la coogenerazione di energia elettrica.

Nel settore Acqua si avvia un primo impianto di potabilizzazione dell’acqua del lago, successivamente sostituito dall’impianto in caverna sotto il Baradello.

Anni 90

Con la collocazione in Borsa, l’Azienda si espande sia come servizi che come territorio e, con ENERXENIA, diventa il riferimento energetico principale nell’area comasca.

Dal 1 gennaio 2009 è operativa la fusione ACSM-AGAM con i rispettivi comuni di Como e Monza azionisti di riferimento.

I giorni nostri

Il resto non è più storia ma attualità.

ACSM-AGAM, come risulta dai dati di Borsa e di bilancio, è un’Azienda solida con un buon trend economico, con adeguata capitalizzazione.

Ha possibilità di sviluppo, oltre che nei settori tradizionali, anche in nuove realtà come l’energia elettrica ed in altri collegati alle nuove esigenze tecnologiche sia civili che industriali, con attenzione alla gestione completa del ciclo dell’acqua.

In conclusione se da un lato non è plausibile chiudersi in sé stessi, vista la dimensione dell’Azienda, dall’altro si può correre il rischio di vendere per il classico “piatto di lenticchie” una buona realtà economica costruita dai comaschi in oltre mezzo secolo di storia.

Non sta a me indicare le soluzioni, ma vorrei ricordare quanto il Sindaco Lino Gelpi ebbe a dire nel 1962 per convincere il Consiglio Comunale di Como:

“Non c’è di peggio nello sviluppo delle Aziende se non si tiene conto di ciò che sta intorno e dentro l’azienda stessa, cioè il Territorio e la Gente e chi vi lavora”.

aprile 2016

Beppe Bellomi

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