Paratie, l’ex dirigente Gilardoni:
«Anac ci prese per mano
per poi darci la mazzata»

Al processo le parole dell’ingegnere comasco: «Nei Comune c’è il terrore della magistratura. Non si firmerebbero più neppure gli auguri di Natale»

«Nelle pubbliche amministrazioni ormai c’è un terrore insanabile di incappare in contestazioni penali» e nelle inchieste della magistratura. «Questo ha portato a una deresponsabilizzazione totale. Se uno potesse non firmerebbe neppure le cartoline di auguri per Natale». Pietro Gilardoni, l’ex direttore lavori delle paratie, fa mettere a verbale uno dei retropensieri più gettonati che aleggiano nell’aula del processo per i lavori sul lungolago (e non solo) che vede sotto accusa due ex sindaci e sei dipendenti pubblici: la paura delle denunce e dell’Anticorruzione paralizza l’operato delle pubbliche amministrazioni.

Lo ripete ancora quando, nel commentare l’intervento dell’Anac di Cantone sulle paratie, ricorre a un’altra figura retorica: «L’Anticorruzione ci ha portati per mano nel bosco e lì ci ha dato una mazzata».

L’ex dirigente del Settore reti di Palazzo Cernezzi è un fiume in piena. Parla per sei ore. «La terza perizia - dice tra l’altro - era ottima. E oggi le paratie sarebbero finite, invece guardate in che situazione è il lungolago». Poi attacca il doppio ruolo della Regione Lombardia: «Ha sempre approvato il nostro operato, salvo cambiare idea pochi mesi dopo gli arresti». Si ritorna in aula tra un paio di settimane. Sempre con Gilardoni protagonista.

L’articolo completo su La Provincia in edicola giovedì 22 febbraio 2018

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